Yara ultime notizie: l’assassino forse ferito ai genitali durante la collutazione
Già dal giorno in cui Yara è scomparsa, il 26 novembre del 2010, le indagini delle forze di Polizia e Carabinieri coinvolte nelle indagini, oltre che per le strade si sono concentrate sugli ospedali. Si cercava una persona ferita durante una colluttazione, che aveva chiesto aiuto presso il pronto soccorso di un ospedale. Era questa l'idea degli inquirenti: Yara aveva combattuto con forza contro il suo aggressore e non si sarebbe data presto per vinta. Un'idea che era quasi una certezza, tant'è che l'allerta era stata diffusa fino in Calabria.
Dopo il ritrovamento casuale del corpo di Yara a Chignolo, in un campo di sterpaglie, tutte le indagini sono state circoscritte all'area della cosiddetta Isola Bergamasca. Il campo in cui è stato ritrovato il cadavere della ragazzina era, per così dire, un luogo ideale dove nascondere un corpo. Si trova su una strada piuttosto isolata lungo la quale non vi sono case ma soltanto aziende, chiuse di sera: l'assassino della giovane bergamasca quindi avrebbe potuto agire indisturbato, ma sicuramente era una persona che conosceva bene le caratteristiche e le abitudini del posto in cui era diretto, quando ha deciso di lasciare il corpo di Yara in quel campo.
Date per certe queste deduzioni, negli ultimi giorni le ricerche dei carabinieri, finora senza esito, si sono concentrate in tutti gli ospedali di Italia con una maggiore attenzione per quelli della zona. Secondo alcune indiscrezioni trapelate ieri, a seguito dell'autopsia sul corpo di Yara si pensa che l'assassino della giovane potrebbe essere stato colpito alla zona dei genitali: pare infatti che la ragazzina per difendersi dall'aggressione potrebbe aver morso il suo killer nelle parti intime procurandogli una ferita. Il quadro per ora è ancora piuttosto offuscato, nessuna conferma è stata divulgata dagli inquirenti che preferiscono mantenere uno stretto riserbo, nonostante le innumerevoli polemiche sulle indagini.