Yara ultime notizie: analizzati 900 DNA, nessuno è compatibile con quelli ritrovati sul guanto
Giorno dopo giorno il delitto di Yara Gambirasio assume sempre più i contorni di un giallo. Una parola che non amiamo usare, perchè quando c'è di mezzo una vita umana, peraltro così giovane, qualsiasi avvenimento, anche il più inverosimile, non può essere ridotto ad una fiction. Purtroppo però la vicenda della tredicenne di Brembate Sopra, resta ancora insoluta nonostante siano trascorsi quasi 2 mesi da quando il corpo di Yara Gambirasio è stato ritrovato nel campo di Chignolo, e tantissime sono state le risorse impiegate finora per indagare sul caso.
In particolare, vane sono state le indagini della polizia scientifica che avrebbe confrontato 900 profili genetici con le tracce rinvenute su un guanto di Yara, che ricordiamo ospitava al tempo stesso un DNA maschile e femminile. Un lavoro mastodontico, ma allo stesso tempo necessario, che esclude dalla responsabilità della morte di Yara tantissime persone: l'assassino di Yara non è tra gli amici, i familiari e i parenti di Yara. Così come le tracce sul guanto non appartengono ai colleghi di lavoro dei genitori di Yara, ai frequentatori della palestra del Centro dove la tredicenne si allenava; non ai compagni di scuola, alle insegnanti, e nemmeno a coloro che lavorano nelle ditte lungo la strada che collega la palestra di Brembate Sopra al cantiere di Mapello dove lavora Fikri, l'operaio marocchino accusato dell'omicidio nelle prime fasi dell'indagini. Ricordiamo che Fikri venne fermato mentre era in viaggio sul traghetto Genova-Tangeri ma dopo poco fu rilasciato.
Ora una sfortunata coincidenza potrebbe portare l'uomo nuovamente sotto i riflettori dell'opinione pubblica: nonostante il confronto del DNA assolva Fikri, si apprende in questi giorni che il cugino del marocchino fosse proprietario di un furgone bianco, anche questo a bordo del traghetto dove Fikri fu fermato, e più volte presente nella triste vicenda di Yara Gambirasio. D'altra parte il cantiere di Mapello è stato escluso in toto dalle indagini: il DNA non appartiene a nessuno degli operai che ci lavorano. Proprio lì più volte gli inquirenti si erano recati per interrogare gli operai e cercare indizi; non si tratta però di ostinazione immotivata, tutt'altro, nei primi giorni successivi alla scomparsa di Yara, infatti, i cani molecolari, dopo aver annusato degli indumenti della ragazzina avevano condotto gli inquirenti proprio nel cantiere. Una pista che, al momento, risulta ancora vana.