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Yara, la moglie di Bossetti: “Il dolore è un incubo, di peggio c’è solo la morte”

Lo sfogo di Marita Comi durante la prima puntata di ‘Segreti e delitti’ su Canale 5. “È un dolore paragonabile a un incubo. Andrò alle udienze del processo, starò vicina a mio marito tutta la vita. Lui è innocente”, dice la donna.
A cura di B. C.
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"Provo un dolore paragonabile a un incubo, spero sempre che ci sia un risveglio. Di peggio c’è la morte". Non usa mezzi termini Marita Comi, la moglie di Massimo Bossetti, in carcere da ormai un anno con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio, per descrivere i suoi sentimenti provati all’indomani dell’arresto del padre dei suoi figli. "I momenti più difficili sono stati i primi mesi dopo il suo arresto, quando c’era un’attenzione mediatica quotidiana" dice la donna. "È un marchio pesante. Non faccio più le cose che facevo prima, non vado più in mezzo alla gente, vado a fare la spesa ma le attività dei bambini le evito, non vado alle feste della scuola perché sento lo sguardo della gente. Non mi insultano, ma anche i bambini si accorgono delle persone che si girano e ci guardano, io dico loro ‘Non importa, lasciateli parlare'", afferma Marita.

La moglie di Bossetti si dice certa dell’innocenza del marito: "Quando gli ho chiesto di dirmi la verità durante i nostri incontri in carcere, non è che dubitavo di lui, ma gli ho fatto tutte le stesse domande che i pm e gli inquirenti avevano fatto a me dicendomi che erano sicuri che fosse lui l’assassino di Yara. Gliele ho fatte per guardarlo negli occhi: sono uscita più convinta di prima della sua innocenza. Le bugie che diceva, le diceva al lavoro. Se una persona dice banali bugie, non è un assassino. Chiunque lo conosce non direbbe mai che è pericoloso". E rincara la dose: “Sono convinta che non ha fatto nulla e sono qui per difendere prima mio marito e poi il padre dei miei figli", dice. "Gli starò vicino per tutta la vita, è quello che voglio. Lo faccio per me perché io voglio lui e non ho paura di vivere di ricordi. Avevo paura che Massimo si suicidasse durante i primi mesi di isolamento in carcere. Era molto provato. Anche ora lo è, ma è un po’ più forte e vuole dimostrare la sua innocenza".

Ricorda i giorni dell’arresto di Bossetti e si dice “scioccata. Per due giorni non ho potuto neanche vedere i bambini perché ero veramente scioccata. È una ferita che ci porteremo dentro. Del processo temo che non esca la verità. Andrò sempre in aula, a tutte le udienze per stargli vicino". La prima udienza del processo per l’omicidio di Yara è prevista per il prossimo 3 luglio; "Massimo continuerà a combattere e dimostrare la propria innocenza. Io posso solo stargli vicino. La mia speranza è che esca la verità e noi ricominceremo un’altra vita insieme. Spero al più presto possibile" dice Marita.

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