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Yara, la lettera di Bossetti dal carcere: “Per il 2015 rivoglio la mia libertà”

Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello in carcere con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio, ha consegnato al suo legale una lettera poi mostrata in tv: “Dio sa che io non c’entro in questo caso”.
A cura di Susanna Picone
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Sono trascorsi oltre sette mesi dall’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello accusato dell’omicidio nel 2010 di Yara Gambirasio, e lui dal carcere in questi mesi ha sempre continuato a sostenere la sua innocenza.  Gli inquirenti, a suo dire, si stanno sbagliando perché lui non c’entra nulla con la morte della 13enne di Brembate Sopra. E per questo, per il 2015, Bossetti può solo desiderare di riconquistare la sua libertà. Il muratore lo ha chiesto anche in una lettera scritta a mano in carcere e consegnata al suo avvocato Claudio Salvagni. Una lettera che ieri è stata mostrata in televisione, nel corso della trasmissione “La vita in diretta”. In quelle poche parole Bossetti mostra tutta la sua disperazione: “Questo chiedo a Dio di regalo per il 2015 e nient'altro di più, la mia libertà rivoglio, perché Dio ha visto e sa come sono andate le cose, sa che io non c'entro in questo caso”. E poi ancora: “E allora, se veramente esiste – scrive il presunto assassino di Yara Gambirasio riferendosi sempre a Dio – perché non aiuta gli inquirenti a capire? La promessa che ho fatto a mia moglie prima di sposarmi è quella di stare insieme per tutta la vita accanto a lei e non quella di farla finita in un maledetto carcere”.

La difesa chiede la scarcerazione di Bossetti

L’avvocato di Massimo Bossetti il prossimo 5 febbraio sarà in Tribunale a Bergamo per depositare sul tavolo del giudice per le indagini preliminari Ezia Maccora una nuova istanza di scarcerazione per il suo assistito. La scorsa settimana la difesa del muratore è tornata a chiedere con forza la sua scarcerazione anche alla luce della relazione del consulente del pm incaricato di analizzare i capelli e i peli trovati sul corpo della vittima. Il procuratore di Bergamo, Francesco Dettori, ha comunque fatto sapere che la valenza probatoria dell’esame del Dna a carico di Bossetti non è in discussione.

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