Yara Gambirasio ultime notizie: marocchino accusato di sequestro e omicidio
"Che Allah mi perdoni, ma non l'ho uccisa io": sarebbe stata questa la frase, intercettata in una conversazione telefonica, a insospettire gli inquirenti , che hanno così deciso di concentrare la loro attenzione su un marocchino (e non tunisino come era stato detto), di cui si conoscono solo le origini. Almeno per il momento. L'uomo è in stato di fermo nel carcere di Bergamo, in via Gleno, dove è stato interrogato secondo l'accusa di sequestro di persona, omicidio colposo e occultamento di cadavere. Si mantiene il massimo riserbo nell'attesa che si chiariscano i dettagli sulla vicenda.
Le speranze di rivedere Yara ancora viva, sono precipitate nella giornata di ieri, quando intorno alle 17 si è dato l'allarme alla direzione marittima di Genova: dal porto è salpato il traghetto Berkane, sul quale credeva di aver trovato scampo il marocchino responsabile della scomparsa di Yara. Tanta la rabbia, mista a impotenza, dolore e tristezza, sentimenti esplosi sulla rete e condivisi da tutti coloro che hanno seguito con viva attenzione la vicenda, nella speranza che l'epilogo fosse a lieto fine. E mentre su Facebook si moltiplicano messaggi dai torni fortemente razzisti, a Brembate di Sopra si leggono scritte di intolleranza verso la comunità nordafricana.
Pare che in queste ore le ricerche si sono concentrate in un punto ben preciso: Carabinieri, Vigili del Fuoco e unità cinofile si sono diretti presso il bosco che ricopre una collina vicina al centro sportivo di Ambivere, poco distante da Brembate di Sopra. Forse è lì che è stato sepolto il corpo di Yara.