Yara Gambirasio: sulle tracce di un elettricista polacco del cantiere Mapello
Il cantiere Mapello, dal giorno della scomparsa di Yara Gambirasio, è sempre stato un dei luoghi di questa tragedia più battuti dalle forze dell'ordine. I cani molecolari, impiegati nelle indagini, hanno più volte condotto gli inquirenti verso il centro commerciale, puntando dritto verso un ripostiglio degli attrezzi…
L'ultimo sopralluogo è avvenuto una decina di giorni fa: i carabinieri sono tornati nel cantiere Mapello per "normali contatti durante le indagini". Ed in effetti qualcosa pare si stia muovendo: gli inquirenti stanno cercando un elettricista polacco, di cui sono state fornite solo le iniziali e l'età. P.R., 37 anni, il giorno dopo la scomparsa di Yara, avrebbe fatto perdere le sue tracce, lasciando l'albergo di Mozzo (piccolo comune della provincia di Bergamo), dove soggiornava con altri colleghi, ai quali però non ha riferito alcuna informazione sul luogo dove sarebbe andato.
L'uomo, è bene specificarlo, risulta ricercato ma non indagato: gli inquirenti hanno intenzione di interrogarlo come probabile persona informata sui fatti, perché magari ha udito o visto qualcosa quel maledetto 26 novembre, ma dovrà a spiegare anche il motivo per cui ha lasciato così frettolosamente Bergamo.
Una simile situazione è accaduta mesi fa a proposito di Mohamed Fikri: giorni dopo la scomparsa di Yara, partì verso il Marocco, ma a molti "il ritorno a casa" parve una fuga precipitosa e improvvisa. Dopo una serie di interrogatori e di perizie sui tabulati telefonici, alla fine il pm decise la scarcerazione di Mohamed non convalidando il fermo. E come Fikri, anche P.R., l'uomo che in queste ore gli inquirenti stanno cercando, ha lavorato nel cantiere Mapello, in particolare si sa che è alle dipendenze di un'azienda polacca, chiamata a curare gli impianti di un'altra azienda sita a Bergamo.
Che abbia legami con queste ultime rivelazioni anche la lettera anonima firmata da un pregiudicato o l'altra che indicava il luogo del ritrovamento di Yara?
Si sa per certo, che P.R. aveva accesso a quello stesso ripostiglio (uno stanzino interrato dove venivano riposti i cavi elettrici), verso il quale hanno condotto i cani molecolari a pochi giorni dalla scomparsa di Yara. Ed anche che, come molti suoi connazionali, utilizzava un furgone bianco.
E' di origini serbe, invece, Zoran Petrovic, arrestato per aver aggredito due ragazzine di 13 e 14 anni a Montecchio Maggiore. E' lui l'uomo del furgone bianco, che ha terrorizzato il piccolo comune vicentino. Forse non ci sono legami con Brembate Sopra, sarà compito degli inquirenti a stabilirlo, eppure le corrispondenze impensieriscono, preoccupano, spaventano.