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Yara Gambirasio: sul corpo dna maschile forse appartenente a un parente

Ad uccidere la piccola Yara forse un uomo di famiglia: gli inquirenti sarebbero in possesso del dna del killer. A rivelarlo la trasmissione Chi l’ha visto? condotta da Federica Sciarelli. Si stringe il cerchio intorno alla vicenda della giovane atleta di Brembate di Sopra.
A cura di Daniela Caruso
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Yara Gambirasio, sul corpo dna maschile forse appartenente a un parente

È stato aggiunto un nuovo tassello nella storia della piccola Yara Gambirasio, la giovane atleta di Brembate di Sopra, trovata morta nel campo di Chignolo d’Isola. Fino a poche settimane fa, nel mirino degli inquirenti c’erano tre uomini, tra cui Mohamed Fikri, il marocchino che nei primi giorni d’indagine era stato identificato come presunto responsabile dell’omicidio Gambirasio, Roberto Benozzo, datore di lavoro dello stesso giovane e il custode del cantiere di Mapello. Sugli slip di Yara sono state trovate tracce di dna: come sappiamo, molte persone si sono recate spontaneamente per il test del dna, per contribuire alla mappatura genetica del paese, al solo scopo di scoprire chi fosse il reale assassino della tredicenne.

Il dna isolato sul corpo della ragazza, presente sia sulle mutandine che sugli indumenti, è stato sottoposto ad analisi accurate e condurrebbe a un ceppo genetico che potrebbe appartenere ad un uomo di famiglia. A rivelarlo è il programma Chi l’ha visto? andato in onda mercoledì su Rai3, in cui è stato fatto presente che gli inquirenti detengono il dna di un soggetto, di sesso maschile, presumibilmente conducibile a un uomo che appartiene alla famiglia Gambirasio. Queste notizie non hanno ancora una conferma ufficiale: al momento si tratta di indiscrezioni, ancora tutte da appurare. Gli investigatori, infatti, stanno ancora analizzando migliaia di profili genetici, ottenuti nel corso di queste lunghe indagini, che ancora non hanno individuato il carnefice di Yara.

Anche la trasmissione Quarto Grado ha rivelato che probabilmente la Procura di Bergamo si trovi in possesso del dna del killer, il quale è un italiano e forse addirittura un parente della piccola. Non c’è ancora l’assoluta certezza che le indagini si concludano subito o che si arresti immediatamente il colpevole, ma, come è stato sottolineato nella trasmissione in onda su Rete 4, “per la prima volta dopo mesi, nell’ambiente investigativo si respira un’aria di forte ottimismo”. Le operazioni di Polizia sono aumentate in questi ultimi giorni: questo fa pensare che forse si è quasi vicini ad un’ipotetica risoluzione del caso.

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