Yara Gambirasio: si attende il risultato dell’autopsia
Cominciati i primi esami sul corpo della giovane Yara Gambirasio, l’atleta tredicenne sparita il 26 novembre a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, dopo il suo abituale allenamento in palestra. In seguito al ritrovamento del corpo, grazie ad un passante che si era recato nel campo nella zona industriale di Chignolo, per testare il suo modellino radiocomandato, sono tante le domande cui l’opinione pubblica e i genitori, Fulvio e Maura Gambirasio chiedono risposta.
Oltre ad essere interessanti ai responsabili, si vuole sapere in quali circostanze Yara sia morta e soprattutto se il corpo della ragazza sia rimasto per tutta la durata della scomparsa, 92 lunghi giorni, in quel campo. Nelle prime ore successive al ritrovamento non era stato valutato possibile l’ipotesi che voleva che il corpo della giovane fosse stato trasportato un secondo momento sul posto, dato che la zona era stata passata al setaccio diverse volte, oltre ad essere piuttosto frequentata dai pescatori che transitano di lì per raggiungere il vicino torrente.
Adesso, invece, i nuovi rilievi sui resti degli abiti indossati da Yara prima di scomparire lasciano pensare che non sarebbero stati trasportabili e che, con larga probabilità, il corpo della ragazzina sia stato portato lì nei primi giorni della scomparsa, forse proprio la stessa sera del 26 novembre.
Dai primi esami viene fuori che a Yara siano stati inflitti 6 colpi da arma da taglio, localizzati al collo, al polso e alla schiena, e questi ultimi, a detta degli inquirenti, avrebbero provocato ferite particolarmente profonde. Una prima ipotesi investigativa identifica l’aggressione come una reazione dell’assassino di Yara che rifiutava di concedersi all’impeto sessuale. Pare, dunque, che la tredicenne si sia difesa, ipotesi che potrebbe essere confermata dalla ferita riportata al polso, e che si sia aggrappata salda all’ultimo briciolo di vita concessole: nella mano della giovane sono stati ritrovati dei fili d’erba.
Di là dalle ipotesi, le prime vere risposte saranno fornite dall’esame autoptico predisposto per le prossime ore; e cosa più importante si potrà sapere con certezza se sul corpo della giovane siano presenti tracce del DNA dell'assassino e se il corpo sia stato esposto alle intemperie durante i tre mesi della scomparsa oppure portato in quel campo successivamente: particolari, questi, che potrebbero aiutare non poco gli investigatori nella risoluzione delle indagini.