Yara Gambirasio scomparsa: la famiglia chiusa nel dolore, Brembate non è Avetrana

Nomina sunt consequentia rerum, diceva Giustiniano. Il nome Yara ha origini molto antiche, in azteco significa "primavera". E infatti, guardando le sue foto, quelle che timidamente cominciano a diffondersi anche sulla rete, Yara si mostra in ogni scatto così serena e felice, sorride sempre anche con gli occhi.

Yara è scomparsa da venerdì scorso a Brembate Sopra (Bergamo), l'ultima volta è stata vista al palazzetto dello Sport, dove abitualmente si allena, perché Yara è una giovane atleta di ginnastica ritmica. Le ricerche non si sono mai interrotte, ma la neve rende più difficile il lavoro delle forze dell'ordine e dei volontari. Coinvolte anche unità cinofile specializzate nel recupero di persone disperse nei sentieri di montagna. Ieri ben dieci segugi hanno trascinato i loro addestratori presso il cantiere di un centro commerciale, che si trova a due chilometri in linea d'aria dal palazzetto dello sport. E' stata trovata una calzamaglia nera, ma non appartiene a Yara. Le ricerche continuano. Ininterrottamente.

In molti vorrebbero sapere qualcosa in più della famiglia; conoscere il padre, la madre, i fratelli; ascoltare dalla loro voce gli appelli diretti a chi sa e non parla; sentire le reazioni a caldo. Ma Brembate Sopra non è Avetrana, qua ci tengono a sottolinearlo: l'accesso alla villa della famiglia Gambirasio è sbarrato, non si forma la ressa di telecamere e microfoni, non si creano luoghi di pellegrinaggio, non piovono flash, non vengono rivolte domande invadenti e, soprattutto, date risposte indiscrete. Anzi sono gli stessi vicini della famiglia Gambirasio a proteggere, con discrezione, il loro dolore: "Non vogliono che il loro dramma si trasformi nello spettacolo di Avetrana. E qui a Brembate non lo vuole a nessuno".

Non solo a Brembate.