Caso Yara, parla il datore di lavoro di Fikri: “Nel cantiere è successo qualcosa”
Il caso Yara si intreccia nuovamente con la vita di Mohamed Fikri, operaio marocchino arrestato e dopo poco scarcerato perchè la frase che l'aveva inchiodato era stata, in realtà, tradotta male. Stavolta a tirarlo in ballo è il settimanale Panorama che ha reso note alcune nuove intercettazioni del marocchino Fikri. Durante una conversazione telefonica con la sua fidanzata, il giovane, attualmente in Marocco, avrebbe pronunciato in dialetto marocchino la frase "L'hanno uccisa davanti al cancello". I nuovi risvolti, dunque, alimentano l'ipotesi che potrebbe esserci per Fikri un cambiamento di ruolo: da indagato a persona informata sui fatti.
In difesa dell'uomo si schiera adesso, il datore di lavoro del marocchino, Roberto Benozzo, che, sentito l'operaio, conferma che Fikri tornerà in Italia lunedì prossimo, dopo un periodo di permanenza in Marocco in visita alla sua famiglia. Il marocchino non era a conoscenza dei nuovi risvolti della vicenda che lo hanno lasciato di stucco. Benozzo poi ha palesato il suo disaccordo sulle polemiche relative alle indagini affermando che gli inquirenti, secondo la sua opinione, stanno facendo il possibile per risolvere il caso, che risulta però alquanto intricato. Sulla sera del 26 novembre, giorno in cui Yara è scomparsa dice:
Io ho sempre camminato a faccia alta perché non ho niente da nascondere: anche per quella notte, quella del 26 novembre, garantisco io anche per Fikri. Probabilmente ci siamo trovati al posto sbagliato nel momento sbagliato.
I due, infatti, quella sera stavano lavorando all'interno del cantiere dell'ex Sobea di Mapello dove i cani molecolari hanno riconosciuto tracce di Yara. Su tale occorrenza, Benozzo ha detto:
Se i cani sono arrivati là, vuol dire che qualcosa là sarà successo. Che cosa, però, noi non lo sappiamo: quel cantiere è enorme e, se anche fosse accaduto qualcosa, noi non ce ne siamo accorti.
Ad ogni modo, occorre ricordare che i DNA di Benozzo insieme a quello di Fikri e di un altro operaio, sono in possesso degli inquirenti sin dalle prime fasi delle indagini.