Yara Gambirasio, si indaga ancora: interrogato un giovane imprenditore
Non si fermano le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne uccisa circa tre anni fa a Brembate Sopra. Un giallo che gli investigatori stanno cercando di risolvere soprattutto attraverso gli esami del Dna: da tempo si cerca, infatti, il figlio di Giuseppe Guerinoni (autista di Gorno morto nel 1999), colui che avrebbe ucciso la ragazzina. L’ultima novità in merito alle indagini è stata svelata dalla trasmissione televisiva Quarto Grado: giovedì scorso gli inquirenti hanno interrogato per oltre due ore un giovane bergamasco che finora non era stato ascoltato mai e che non è stato sottoposto al prelievo del Dna. Si tratta di un albergatore originario di un paese vicino a quello della giovane vittima e che avrebbe detto di avere degli amici il cui Dna è stato confrontato con quello dell’assassino di Yara. Il giovane ascoltato in Procura, che non è indagato ma sul quale sono in corso ulteriori accertamenti, ha anche dovuto rispondere ad alcune domande su suoi conoscenti impiegati, ai tempi della scomparsa della giovane, nel cantiere di Mapello.
Ci sono nuovi reperti da analizzare – Nel corso della trasmissione Quarto Grado sono state fornite anche altre informazioni in merito al delitto di Yara: secondo quanto si è appreso, tra i numerosi capelli, peli e tessuti epiteliali repertati sul corpo della giovane nel campo di Chignolo d’Isola, alcuni non appartengono a lei né sono di origine animale. Si tratta di reperti che saranno ora ulteriormente analizzati per tentare di risalire ai gruppi etnici di appartenenza e, se lo stato di conservazione lo permetterà, all'individuazione di precisi profili genetici. Un lavoro che – è stato sottolineato – presenterà dei costi piuttosto elevati: l’analisi di ogni singolo reperto costa circa 100 euro e i reperti sono migliaia.