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Yara Gambirasio: non si esclude l’ipotesi che l’assassino sia donna

Nessuna certezza sulla morte di Yara: ad ucciderla forse la mano di un uomo, ma non si esclude possa essere stata una donna. Bisogna aspettare i risultati dell’esame autoptico.
A cura di danila mancini
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fiori e peluche nel campo di chignolo dove è stato ritrovata Yara

I tempi della medicina non sono quelli del giornalismo: al momento non possiamo escludere nulla. Yara potrebbe essere stata uccisa a coltellate o strangolata, da un uomo o una donna, per ora è molto difficile stabilire se sia stata soffocata. Da uomo di medicina uso prudenza e ancora non parlerei di coltellate. Ci sono alcuni segni più evidenti sul corpo della 13enne, ma bisogna ricordare che è in avanzato stato di decomposizione. Sarà un lavoro lungo che passerà dall'analisi dei tessuti, dove sono presenti, a quello sulle ossa. Ancora adesso non si può dire in che modo è morta Yara. Non si può escludere che a uccidere sia stata una mano femminile. Bisogna prima ricostruire le modalità dell'omicidio, studiare ogni dettaglio, capire l'arma usata per poi pensare di stabilire con quale violenza sia stata colpita e quindi ipotizzare, se a farlo sia stato un uomo o una donna. Non ci sono segni evidenti, ma bisogna attendere gli esiti dei tamponi vaginali. Stiamo lavorando, sarà lunga, ma Yara ci aiuterà a capire chi l'ha uccisa.

Questa importante dichiarazione è stata rilasciata da uno degli esperti dell'Istituto di Medicina legale di Milano, impegnato nell'autopsia sul corpicino di Yara Gambirasio. Nessuna certezza, dunque, in merito alla causa della morte, né tanto meno se sia stata consumata la violenza sessuale, dubbi persino sulla mano dell'assassino, che potrebbe essere anche quella di una donna.

Le ipotesi al vaglio degli inquirenti sono molteplici, tutte da confermare solo quando verranno ufficializzati i risultati dell'esame autoptico. Eppure una certezza sembra si sia diffusa a Brembate, tra le gente del posto, fermamente convinta che ad uccidere Yara sia stato qualcuno che abita lì, qualcuno che conoscono e che, oltre a dover fare i conti con la sua coscienza, dovrà vedersela anche con la giustizia.

Forse, quel maledetto 26 novembre, Yara si è difesa dall'aggressione del suo assassino, forse sul suo corpicino ancora le tracce di quanto ha subito, tracce che possono condurre al mostro, inseguito dai pensieri di tutti noi. E se così fosse, se davvero Yara avesse reagito a quell'innominabile assalto, forse ha stretto con se la chiave per risolvere questo tragico caso: forse sotto le unghie è custodito ancora il Dna dell'assassino, fondamentale indizio per scoprire la sua identità. Ed è per questo che i tamponi sulle parti intime e sotto le unghie sono determinanti per ricostruire quanto accaduto.

Yara ci aiuterà a capire chi l'ha uccisa, questa la speranza degli esperti dell'Istituto di Medicina legale. Questa la speranza di tutti noi.

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