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Omicidio Yara Gambirasio

Yara Gambirasio, il Gip di Venezia archivia la posizione della pm Ruggeri dopo la denuncia di Bossetti

Il Gip di Venezia ha archiviato il procedimento che vedeva indagata per frode processuale la pm del caso Yara Gambirasio, Letizia Ruggeri. Tutto era partito da una denuncia di Massimo Bossetti in ordine ai reperti del processo che portarono alla condanna all’ergastolo nei confronti del muratore di Mapello.
A cura di Ida Artiaco
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Archiviato. È questa la decisione presa dal Gip di Venezia sul procedimento che vedeva indagata per frode processuale la pm del caso Yara Gambirasio, Letizia Ruggeri. Il procedimento nasceva da una denuncia di Massimo Bossetti, condannato all'ergastolo in via definitiva proprio per l'omicidio della 13enne di Brembate di Sopra avvenuto nel 2010, contro un giudice e una cancelleria della Corte d'assise di Bergamo in ordine ai reperti del processo che portarono alla sentenza nei confronti del muratore di Mapello.

Il gip di Venezia di fronte a una richiesta di archiviazione aveva disposto l'iscrizione nel registro degli indagati del pm. I legali di Bossetti si erano opposti all'archiviazione che invece il gip di Venezia ha disposto.

Letizia Ruggeri "non nascose" le 54 provette contenenti campioni di Dna prelevati sugli abiti di Yara Gambirasio, semplicemente era convinta che "l'esito raggiunto dagli accertamenti tecnici durante le indagini preliminari sulla base del dna nucleare non potesse essere messo in discussione da ulteriori analisi sul Dna mitocondriale", si legge in un passaggio del complesso provvedimento di archiviazione lungo 25 pagine firmato dal gip di Venezia Alberto Scaramuzza che scagiona la magistrata.

"L'ipotesi che abbiamo formulato noi, come denuncianti, è che questi reperti siano stati distrutti dolosamente, quindi volendoli distruggere, per evitare che noi li potessimo analizzare. Se così fosse, è ovvio che questo potrebbe essere uno strumento per riaprire il processo principale, quello nei confronti di Massimo Bossetti", aveva spiegato a Fanpage.it Claudio Salvagni, legale di Bossetti.

I reperti di cui si parla sono le 54 provette con i campioni di Dna sul caso dell’omicidio di Yara, che erano state spostate perché "dentro non c'è più niente, non c'è più nulla che possa essere analizzato, perché il Dna di Bossetti che è stato utilizzato è stato tutto consumato nella fase delle indagini preliminari", stando a quanto aveva dichiarato e messo a verbale fin dal 2021 dalla pm Ruggeri.

La pm davanti all'allora procuratore vicario di Venezia, aveva confermato lo spostamento delle provette dal frigo dell'ospedale milanese San Raffaele all'ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo, assicurando però che era un passo insignificante in quanto ormai il contenuto era stato già ampiamente utilizzato in fase di indagine e il processo a Bossetti era già concluso con i tre gradi di giudizio.

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