Yara Gambirasio: i funerali al palazzetto dello sport con l’intera Brembate commossa
Sono le 11 in punto del 28 maggio e al Palazzetto dello Sport ha inizio la cerimonia funebre per Yara Gambirasio: ad aprirla una musica di archi, accompagnata dalla voce del coro di ragazzi e ragazze. Fuori dal luogo che Yara frequentava quotidianamente fino al 26 novembre scorso, la gente assiste ai funerali dai maxi schermi. In quest'assolata giornata di inizio estate a Brembate predomina il silenzio, gli occhiali scuri e la compostezza: proprio come i Gambirasio avevano richiesto.
Sull'altare allestito all'interno del cento sportivo di Brembate, assieme al vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi che ha ordinato la celebrazione ci sono 4 sacerdoti, tra cui il parroco don Corinno Scotti. In un'atmosfera di silenzio e commozione gli occhi sono tutti per quella piccola bara bianca ricoperta di rose e orchidee su cui trova posto una foto della piccola atleta bergamsaca sorridente. Non è l'unica foto della tredicenne, trovata brutalmente uccisa il 26 febbraio scorso: l'altra è una delle immagini di Yara che abbiamo visto spesso in questi mesi sulle pagine dei giornali, quella in cui Yara indossa una maglietta fucsia oltre al suo immancabile sorriso.
"Siamo qui per pregare e per attendere. Siamo qui per attendere un dono. Il dono della speranza" con queste parole il vescovo Beschi inaugura la celebrazione. Dopo la prima lettura e la preghiera del salmo responsoriale, è la volta del Vangelo di Matteo, in cui si legge "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero".
L'omelia di monsignor Beschi si concentra attorno al dolore dei genitori Fulvio e Maura Gambirasio e a quello dell'intera comunità di Brembate e alla generosità e all'amore che ha dimostrato in questi mesi. Seguono l'omelia la lettura di alcune preghiere rivolte a Yara ma anche, ed è quella più difficile, per coloro che hanno fatto del male a Yara, affinché possano redimersi e confessare la propria colpa.
Il momento più toccante dell'intera celebrazione è senza dubbio la preghiera dell'Agnello di Dio. Dopo aver abbracciato i 4 sacerdoti e il vescovo, Fulvio e Maura Gambirasio si avvicinano alla bara di Yara; la madre prende tra le mani e insieme baciano la foto della figlia scomparsa. E' l'unico momento in cui fuori dal palazzetto scrosciano applausi, tra la commozione generale.
Dopo la comunione è seguito l'intervento di Don Corinno Scotti, l'uomo che più di tutti è stato vicino ai Gambirasio che ha sollevato durante questi mesi di profonda sofferenza. Il suo è un intervento commosso e accorato, sentito, che però dà fiducia: Yara adesso si trova in Paradiso dice.