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Yara Gambirasio, Fikri ancora nel mirino. Sarà ritradotta la sua frase

Nessuna archiviazione per Mohammed Fikri, il marocchino a oggi unico indagato per l’omicidio della giovane di Brembate Sopra ma, al contrario, ci saranno nuove indagini nei suoi confronti. Il gip ha accolto la richiesta formulata dalla madre di Yara.
A cura di Susanna Picone
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Nessuna archiviazione per Mohammed Fikri, il marocchino a oggi unico indagato per l’omicidio della giovane di Brembate Sopra ma, al contrario, nuove indagini nei suoi confronti. Il gip ha accolto la richiesta formulata dalla madre di Yara.

Mohammed Fikri resta ancora l’unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio, scomparsa ormai quasi da due anni. Non solo per il giovane marocchino coinvolto nelle prime fasi del processo, arrestato e poi scarcerato, non è arrivata l’archiviazione ma ora il gip di Bergamo Ezia Maccora ha disposto, riguardo la sua posizione, altre indagini. Il giudice vuole che – era stato chiesto dai familiari di Yara –  la telefonata che, all’indomani dell’omicidio della giovane di Brembate Sopra, lo condusse in galera venga ritradotta. Precedentemente la frase di Fikri intercettata fu tradotta con un riferimento a un delitto (“Che Allah mi perdoni, ma non l’ho uccisa io”), che poi mancava nella successiva revisione, interpretata invece come un dialogo tra il marocchino e un creditore (“Allah ti prego, fa che risponda”).

Altri sei mesi di tempo per le indagini – Una nuova traduzione che deve essere fatta da persone competenti connazionali dell’indagato. Così facendo si arriva a un rinvio di sei mesi per l’archiviazione del caso chiesta dal pubblico ministero. Per il pm Letizia Ruggieri la seconda traduzione era quella ritenuta valida, per questo motivo aveva chiesto l’archiviazione per Fikri. Alla luce però della nuova richiesta del gip di Bergamo ci saranno dunque altri sei mesi di tempo per continuare a indagare su Fikri e per svolgere ulteriori approfondimenti, il gip ha anche chiesto al pubblico ministero di produrre la relazione del Ris sulle modalità con cui sono state isolate le tracce di dna sul cadavere della giovane ginnasta. Relazione che deve entrare nel fascicolo riguardante Fikri.

La pista del Dna di Gorno – In questo modo sarà possibile capire come sia stato recuperato il dna che apparterrebbe all’assassino di Yara e che porterebbe, secondo le ultime indagini degli inquirenti, alla pista di Gorno (a proposito della quale la famiglia della Gambirasio ha chiesto anche la riesumazione del corpo dell’uomo indicato come il probabile padre del killer). Portera, consulente della famiglia, ha spiegato che “ogni elemento che va in direzione di Fikri è un elemento in meno verso la pista di Gorno e, viceversa, ogni elemento che va verso la pista di Gorno è un elemento in meno verso Fikri”.  Per quanto riguarda la volontà della famiglia di Yara ha parlato il legale Enrico Pelillo: “Non vogliono avere un colpevole, ma vogliono il colpevole”. La famiglia Gambirasio vuole solo continuare a sperare di sapere cosa è successo alla figlia.

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