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Yara Gambirasio, esami Dna: somiglianze con il profilo genetico di un 30enne

Le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio proseguono: si parte dal profilo genetico di un ragazzo di Gorno, le cui caratteristiche coinciderebbero con il campione di Dna ritrovato sul corpo della vittima.
A cura di Carmine Della Pia
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Yara Gambirasio

I genitori di Yara Gambirasio, la tredicenne rapita e uccisa il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra (Bergamo) hanno nominato un consulente, Giorgio Portera. L’ex ufficiale dei Ris si occuperà dei nuovi risvolti sul complicato caso, analizzando il vasto archivio di documenti raccolti prima e dopo il 26 febbraio 2011, giorno in cui fu ritrovato il corpo senza vita di Yara. Si partirà dai Dna raccolti, il consulente si dice convinto che la chiave per risolvere l’omicidio sia concentrata proprio sui campioni prelevati. Gli ultimi risvolti investigativi partono da Gorno, paesino di Bergamo che conta circa 1.600 abitanti. Molti punti del profilo genetico di un ragazzo, frequentatore della discoteca situata nei pressi di Chigolo d’Isola, dove fu ritrovato il cadavere di Yara, coincidono con il campione di Dna prelevato dalla vittima. Se approfondite, tali analogie potrebbero portare al killer. La somiglianza di tutti i cromosomi, compreso quello Y, quindi trasmesso per linea paterna, spiega che ad ammazzare Yara potrebbe essere stato qualche parente del ragazzo.

Risvolti nel caso Yara – Il perito Portera sarà affiancato da un legale di fiducia nominato dai genitori di Yara Gambirasio. Entrambi avranno accesso, dalla prossima settimana, all’intero fascicolo riguardante le indagini. Si tratta di relazioni scientifiche su tracce, impronte e Dna ritrovati sul cadavere e sui vestiti, ma anche verbali, intercettazioni, foto, sopralluoghi e relazioni dell’autopsia. Una serie di carte che documentano gli ultimi istanti di Yara, dall’uscita dalla palestra che frequentava, fino al tragico incontro con l’ipotetico killer. I profili esaminati finora sono 13mila. Uno dei nomi che il perito troverà sui fascicoli sarà quello di Mohammed Fikri, il tunisino arrestato alla fine del 2010 per un’intercettazione telefonica tradotta male. Il giovane operaio lavorava presso un cantiere situato nelle vicinanze della palestra di Yara, i cani avevano fiutato per l’ultima volta tracce di Yara proprio in quella zona. A più di un anno dall’arresto e dalla scarcerazione, il nome di Fikri sarà presto depennato dall’elenco dei sospettati.

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