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Yara Gambirasio, dopo oltre un mese dissequestrata la casa di Bossetti

Il pm Letizia Ruggeri, titolare dell’inchiesta sull’omicidio di Yara Gambirasio, ha revocato il sequestro della casa del muratore di Mapello, che nei giorni scorsi è stata ulteriormente controllata da carabinieri e poliziotti. Lui, dal carcere, continua a professare la sua innocenza.
A cura di Susanna Picone
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“Possono smontare tutta la casa, non ho niente da nascondere”, avrebbe detto Massimo Giuseppe Bossetti ai suoi avvocati, mentre gli inquirenti entravano ancora una volta nella sua abitazione di Mapello. Casa che ora, a oltre un mese dal suo fermo per l’omicidio di Yara Gambirasio, è stata dissequestrata dal pm titolare dell’inchiesta, Letizia Ruggeri. Marita Comi, la moglie del presunto assassino di Yara, e i suoi tre figli potranno dunque fare ritorno nella loro casa di via Piana di Sopra. I sigilli sono stati tolti dopo che, appunto, carabinieri e poliziotti nei giorni scorsi sono tornati a Mapello e hanno portato via altri reperti da analizzare. Dalle fatture di Bossetti ad altri oggetti personali, compresi bigliettini d’amore e giochi dei bambini. Per risolvere il caso Yara, gli inquirenti vanno avanti setacciando ogni minimo dettaglio che possa essere utile per lo sviluppo delle indagini. Si scava nella vita dell’uomo accusato di aver ucciso la giovane di Brembate Sopra tentando di capire se vi sia qualche piccola omissione, qualche dettaglio nascosto in grado di far vacillare la sua versione.

Massimo Giuseppe Bossetti continua a professare la sua innocenza

Dal carcere, dove è rinchiuso dal 16 giugno scorso, Massimo Giuseppe Bossetti continua a professare la sua innocenza. “Voglio dimostrarlo per i miei bambini e per mia moglie”, avrebbe detto ai suoi avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni. Per ora l'unico elemento certo in mano agli inquirenti è il suo dna trovato sugli slip e sui leggins di Yara. Ma questa prova regina deve essere suffragata da altri indizi. Per questo ora si procede a ritroso per cercare riscontri. Come ricostruisce oggi il Corriere, per quel poco che è trapelato, gli elementi raccolti dagli investigatori possono essere letti in due modi. Ad esempio, il filmato del distributore Shell che riprende un furgone identico a quello di Bossetti, compreso il catarifrangente non di serie, passare alle 18.01. L’area di servizio si trova proprio davanti al centro sportivo da cui Yara Gambirasio era sparita quella stessa sera. Ma Bossetti ha dato una spiegazione per quel video dicendo che passava sempre di lì quando ritornava dal lavoro.

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