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Omicidio Yara Gambirasio

Yara Gambirasio: assolta la pm che partecipò al film sul caso dell’omicidio della 13enne

Letizia Ruggeri è stata assolta dalla Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. La decisione di oggi arrivata al termine di un processo durato due anni. L’accusa principale per la magistrata era quella di aver violato il dovere di riservatezza sul caso di Yara Gambirasio, a cui era dedicato il docufilm, girato mentre era ancora in corso il primo grado di giudizio.
A cura di Biagio Chiariello
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 La partecipazione alla realizzazione di un docufilm aveva fatto finire sotto procedimento disciplinare la pm che ha indagato sull’omicidio di Yara Gambirasio. Ma alla fine Letizia Ruggeri è stata assolta dalla Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. Il processo davanti al Csm si è celebrato oggi il 26 settembre prossimo. L’accusa principale per la magistrata è quella di aver violato il dovere di riservatezza sul caso della 13enne di Brembate, a cui era dedicato il documentario, girato mentre era ancora in corso il primo grado di giudizio. E di aver così ingenerato “dubbi sulla sua indipendenza e imparzialità” e di conseguenza danneggiato “la considerazione di cui un magistrato deve godere presso la pubblica opinione”. Oggi i giudici hanno deciso di non procedere nei confronti della Ruggeri.

Il processo contro il pm Letizia Ruggeri

Il docufilm era realizzato nel 2015 dalla rete televisiva Bbs e andato in onda su Sky Atlantic nel 2017, quando si stava celebrando il giudizio di appello. Gli accertamenti disciplinari erano stati avviati poco dopo, dopo una segnalazione del Procuratore generale di Brescia. Il procedimento era già stato esaminato in Cassazione lo scorso anno: il 6 settembre l’allora Procuratore generale Riccardo Fuzio aveva chiesto di chiudere il caso con l’archiviazione per “essere risultati esclusi gli addebiti”. Di diverso avviso il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che invece un mese dopo aveva chiesto che il Csm celebrasse il processo.

Le accuse per il film sul caso Yara

Nel docufilm ‘Murder in Italy’ il pm spiegava come si era evoluta l’inchiesta che ha poi portato alla condanna all’ergastolo di Massimo Giuseppe Bossetti e veniva ripresa in diversi momenti della sua vita privata. La Ruggeri doveva inoltre rispondere a l’accusa di di avere “utilizzato un canale informativo privilegiato per sostenere, anche sul piano mediatico, la sua azione, in assenza di ragioni istituzionali” e di aver accettato la proposta della rete televisiva senza informare prima il suo capo, il procuratore di Brescia

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