Yara e i 54 DNA, l’esperta: “Bossetti è ignoto 1: smettiamola di tormentare i Gambirasio”
Esistono e sono ancora utilizzabili 54 campioni di DNA di Ignoto 1. È quanto scrive oggi il settimanale ‘Oggi', pubblicando in esclusiva il documento sottoscritto da Giovanni Petillo, presidente della Corte d’Assise, contenente l’elenco dei 98 reperti conservati perché potessero ancora essere utilizzati. Cosa significa questo? Per la difesa di Bossetti, rappresentata dall'avvocato Claudio Salvagni, ci sono i presupposti per chiedere la revisione del processo.
L'avvocato vuole chiedere la revisione del processo
"Se il DNA c’era ancora ed era a disposizione in notevole quantità, come è possibile che il presidente della Corte d’Assise di Brescia, Enrico Fischetti, abbia scritto nella sentenza d’Appello il 17 luglio 2017 che ‘il materiale genetico è esaurito’? – si chiede, intervistato da Oggi, Claudio Salvagni, l'avvocato difensore di Bossetti – Quali verifiche erano state fatte?”. "Anche la Corte di Cassazione – continua Salvagni – "ha fatto sue le conclusioni dei giudici di Brescia, definendo ‘ininfluente’ la possibilità che il DNA esistesse ancora. Il presidente Petillo ha emesso un decreto e ci ha consegnato un documento che, da solo, è sufficiente per chiedere la revisione del processo”.
La genetista Marina Baldi spiega perché i DNA non saranno sufficienti
Di altro avviso, sulle responsabilità del muratore di Mapello condannato in Cassazione nel 2018 per l'omicidio della 13 Yara Gambirario, a Chignolo d'Isola (Brescia), è Marina Baldi, genetista forense e consulente di numerosi casi di cronaca, tra cui il giallo dell'Olgiata, in questi giorni tornato agli onori delle cronache per la morte del marito della vittima. "La presenza di altri campioni può essere determinata da nuove campionature sugli stessi reperti oppure da rimanenze di materiale estratto dalle campionature già fatte – spiega a Fanpage.it – In entrambi i casi se il materiale è idoneo si può fare una analisi del DNA".
Perché Bossetti è Ignoto 1
"Il senso della cosa però – precisa la fondatrice del laboratorio ‘Genoma' – è tutt’altro: il profilo individuato è attribuito a Bossetti al di là di ogni ragionevole dubbio, con procedure inattaccabili che hanno retto ben tre gradi di giudizio…quindi ritengo altamente improbabile che si abbiano risultati diversi. E comunque qualsiasi fosse il risultato, non cambia certo il fatto che il DNA di Bossetti fosse sui vestiti e sul corpo di Yara, con quel che ne consegue. Forse sarebbe ora di lasciare in pace questa famiglia che ha già perso una figlia in modo atroce e che si trova da anni nel tritacarne mediatico. Vogliamo finalmente dedicare tutte queste energie ad altro?".