Yara, confermato il carcere per Massimo Bossetti: no ai domiciliari
Il Tribunale del Riesame di Brescia ha confermato il carcere per Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore arrestato per l'omicidio della 13enne Yara Gambirasio. I giudici avevano tempo fino a martedì per esprimersi sulla richiesta di scarcerazione dei legali del 44enne muratore di Mapello in carcere dal 17 giugno scorso. Secondo quanto riporta TgCom, gli avvocati Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti, avevano chiesto in subordine i domiciliari con il braccialetto elettronico, un dispositivo che consentirebbe alle forze dell'ordine di monitorare i movimenti del loro assistito. Finora ai giudici hanno sempre ipotizzato che l'uomo potesse uccidere ancora, o ancora inquinare le prove o addirittura fuggire. Per questo Bossetti, in atteso di giudizio, era stato tenuto ancora in carcere. C’è però da dire che una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che il presunto assassino di Yara debba restare in carcere se in presenza di gravi indizi di colpevolezza. Come lo è il Dna, la prova che finora sembrerebbe inchiodare Bossetti. Proprio la questione del Dna dell'indagato trovato sugli indumenti della vittima è stata affronta dai legali che l'hanno valutato "non un elemento così scevro da dubbi, tanto da essere individuato sempre dai Ris come ‘quantomeno discutibile'. Tutte conclusioni rigettate dai giudici di Brescia, come già aveva fatto prima il gip di Bergamo Vincenza Maccora.