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Rimini, cameriere vede comitiva di neri a tavola e si scusa con quadro di Mussolini: “Un equivoco”

“Episodi a sfondo razzista capitano, ma non mi è mai successo di entrare in un ristorante ed essere trattata come essere inferiore. Voglio andare fino in fondo. Lo devo fare per i miei figli, per tutti i bambini che crescono qui e che rischiano un domani di dover avere a che fare con gente così” ha dichiarato Adjisam Mbengu che con la famiglia e i bimbi stavano festeggiando un compleanno in una pizzeria di Rimini. Dal locale parlano di equivoco: “Era una cassa di vino di Predappio e il cameriere non ha detto nulla di male”.
A cura di Antonio Palma
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Doveva essere una serata di allegria per festeggiare il compleanno della più piccola di famiglia di appena due anni ma la cena in una pizzeria di Rimini di una famigliola con bimbi al seguito è stata rovinata ancora prima di iniziare per colpa di un plateale gesto xenofobo di un cameriere che, dopo aver raccolto gli ordini, si è girato verso un quadro di Benito Mussolini appeso alla parte e ha chiesto scusa col braccio teso. “Ha chiesto scusa a Mussolini perché eravamo persone nere e lui era lì a servirci” ha raccontato Adjisam Mbengu che con suo marito, i suoi quattro figli, sua sorella Fatou Fall Mbengue e suo cognato e i loro bambini avevano prenotato un tavolo e stavano festeggiando il compleanno. La donna ha rivelato pubblicamente l’accaduto ma ha deciso di presentare anche una denuncia ai carabinieri di Imola dove vive e lavora.

L’episodio domenica 16 agosto nella pizzeria “La Tana Marina a Rimini”.  “Avevamo notato il quadro quando siamo arrivati. Ma siamo in democrazia, per me ognuno può manifestare il suo pensiero come vuole. Ma quando io e mia sorella abbiamo sentito quelle parole col saluto romano abbiamo perso la testa. Siamo neri, sì, e allora? Non abbiamo la peste. Rimini è una città in cui si incontra tutto il mondo. E invece nel 2020 c’è ancora gente che accoglie così clienti colpevoli solo d’avere la pelle nera” ha raccontato Adjisam.

“Ci trovavamo a Rimini e dopo una giornata al mare per festeggiare il compleanno di mia figlia Anna abbiamo deciso di concludere la serata mangiandoci una pizza e un dolce in un ristorante adiacente all’hotel in cui alloggiavamo. Dopo esserci accomodati, il cameriere arriva per prendere le ordinazioni e dopo aver scritto tutto si gira verso un quadro di Mussolini appeso alla parete e in modo frustrato facendo il saluto romano dice testuali parole "Scusa Benito" ha ricostruito invece Fatou Fall Mbengue, aggiungendo: “Poco dopo si è allontanato a testa bassa farfugliando altre cose della quale sentiamo solo "STI NE**I"”.

“Dopo l'affermazione ritorna in sala per prendere altre comande e decido di chiedere se quello che avevo sentito era vero e lui conferma… da li il rosso della rabbia e dell’umiliazione, davanti ai miei nipoti e i miei figli quest'uomo ha deciso di rimarcare il fatto che servire dei neri fosse una cosa degradante per il suo ristorante” ha aggiunto la donna. Dopo le proteste con il diretto interessato e gli altri camerieri, la famiglia ha proseguito la serata per non rovinare il compleanno alla piccola ma successivamente è stato deciso di sporgere denuncia. “Questa scena mi ha tagliata in due, lasciandomi senza parole, mia figlia piccola forse non se lo ricorderà, ma mio figlio di 9 e i miei nipoti di 6 e 12 anni che capiscono tutto se lo ricorderanno” ha sottolineato ancora la donna, aggiungendo: “Episodi a sfondo razzista capitano, ma non mi è mai successo di entrare in un ristorante ed essere trattata come essere inferiore”. “Voglio andare fino in fondo. Lo devo fare per i miei figli, per tutti i bambini che crescono qui e che rischiano un domani di dover avere a che fare con gente così” ha concluso  Adjisam.

Anpi: "Episodio fascista"

"Mentre nella piazza centrale riminese la città omaggiava Mario Capelli, Luigi Nicolò e Adelio Pagliarani, i Tre Martiri che settantasei anni prima sacrificarono la propria giovane vita in nome di un sogno di pace, libertà e democrazia, appesi con una corda nazifascista in quello stesso luogo, in un ristorante del riminese va in scena uno di quegli episodi che troppe volte oramai siamo abituati a vedere e a leggere sui giornali". Così Giusi Delvecchio, presidente del comitato provinciale di Rimini dell'Anpi, commenta la denuncia del gruppo di turisti a Rimini. "Siamo consapevoli che questo substrato culturale è presente anche nella nostra città, Medaglia d'Oro al Valore Civile per la resistenza di cui i Tre Martiri sono testimoni ad imperitura memoria – aggiunge Delvecchio – E quindi non possiamo fare altro che continuare a contrastare, condannare e perseguire questi atteggiamenti che spesso sfociano in reato di apologia di fascismo. Chi sbaglia paga e noi saremo al fianco di chi si farà promotore di azioni legali e di contrasto contro questi ignobili atti".

Locale: "Equivoco , era una cassa di vino con la faccia di Mussolini"

"Qui non c'è nessun quadro del duce. È tutto un grande equivoco per una cassa di vino di Predappio, con la cartina geografica e la faccia di Mussolini" ha sostenuto la titolare del locale dopo le accuse, denunciando anche di aver ricevuto minacce. "La scatola di vino è lì da anni. Una scatola di cartone che ha sopra la cartina di Predappio e la faccia di Mussolini. L'avevamo appoggiata davanti ad una finestra che non chiude bene. Insomma per tappare un buco, ma adesso l'abbiamo tolta" ha spiegato l'esercente. "Siamo apolitici, chi fa questo mestiere non può essere razzista, figuriamoci abbiamo anche il menù in arabo . Mi dispiace perché ricordo quella famiglia: era molto bella, ben vestita e ho anche preparato la torta per la bambina. Non capisco, quando hanno finito di cenare mi sono sembrati contenti. Sono sicura che il cameriere non ha detto nulla di razzista" ha aggiunto la donna che parlando della denuncia ai carabinieri ha aggiunto: "Non mi hanno ancora contattato. Ma quando verranno dirò di prendere i video delle telecamere di sorveglianza, così si capisce che non è stato detto nulla di male".

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