Wikipedia si mette il bavaglio? Usiamo la Treccani
In queste ora il web è scosso dalla protesta lanciata da Wikipedia. La celebre enciclopedia libera ha oscurato tutte le proprie pagine per dire "no" al famigerato comma 29 del DDL intercettazioni (e che peraltro proprio in queste ore ha accolto il parere positivo della maggioranza, in merito all'emendamento Costa-Contento sul divieto di pubblicazione degli "ascolti" prima dell'udienza filtro). Un bavaglio autoimpostosi per dare un segnale forte. Per dire che i principi che reggono Wikipedia, “neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti”, sarebbero messi seriamente a repentaglio col disegno di legge sulle intercettazioni. Per difendere la cultura. Per dire semplicemente che nessuno può essere d'accordo nel rinunciare alla libertà di espressione.
E invece, a quanto pare, non è così. C'è chi la pensa in modo diametralmente opposto. "La nuova legge sulle intercettazioni potrebbe avere un merito inaspettato: far scomparire Wikipedia”, parole di Alberto di Majo, giornalista de Il Tempo, che nell' editoriale pubblicato stamane sostiene che il problema è Wikipedia e non la legge voluta dal governo che rischierebbe di far impantanare in maniera preoccupante la Rete.
Ma perchè? Secondo di Majo Wikipedia è "piena di strafalcioni e di fonti incerte" e "ha fatto impallidire studiosi, spaventato accademici e depistato studenti convinti di avere a portata di mouse una Treccani".
Sia chiaro: non che il nostalgico dei vecchi e polverosi tomi sbagli totalmente. La caratteristica principale di Wikipedia (oltre al fatto di essere libera) è quella di essere un' enciclopedia online sempre aggiornata grazie a contenuti modificati, spesso anche in tempo reale, dagli utenti. E' in quante tale i temi riportati sono indubbiamente da leggere con attenzione. Ma Wikipedia non è da buttare come sostiene l'editorialista de Il Tempo. E' un'idea rivoluzionaria, senza la quale molti, in queste ore, si saranno sentiti sicuramente sprovvisti di quel servizio indispensabile qual è.
Ciò che lascia sinceramente perplessi è la soluzione che di Majo propone: “Rispolveriamo la Treccani”. E sicuramente la Treccani è un'enciclopedia completa, corredata da fotografie, schemi, disegni, tabelle, i cui vocaboli spaziano in tutti i campi del sapere. Ma c'è un problema: il costo. La Grande Treccani, ad esempio, si aggira sui €9.000. Un prezzo che pochi sono disposti a pagare. Anche perchè la più agguerrita concorrente è un'enciclopedia che ha dalla sua un bel vantaggio: è gratis (ma, ripetiamo, stiamo parlando di due prodotti curati in maniera diversa).
E, dunque, buon per chi la possiede l' autorevole, nobile e precisa Treccani. Ma il diritto alla cultura e allo studio deve essere di tutti. Non solo di chi ha la fortuna di avere un padre che fa l'avvocato, il medico, l'imprenditore o il politico. E senza la "piena di strafalcioni", ma libera Wikipedia questo non è possibile.