Vulvodinia, la storia di Alessia e di chi vive l’odissea per una cura: “Le visite costano tantissimo”

Un dolore cronico e invalidante per tante donne e di cui spesso si parla poco. È la vulvodinia e fino a poco tempo fa non esisteva neanche un ambulatorio pubblico per le pazienti che chiedevano aiuto.
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Alessia Cortese
Alessia Cortese

Immaginate di avere un dolore cronico sotto forma di prurito, bruciore o punture di spillo, che proviene dalla zona genitale e persiste da almeno 3-6 mesi. Non se ne riesce a capire l’origine, le terapie risultano inefficaci, ogni visita medica riporta al punto di partenza. La vita di tutti i giorni si complica: i pantaloni aderenti diventano prigioni, certi sport sono off-limits. Nei casi gravi è difficile pure rimanere seduti per più di qualche minuto e si sviluppa estrema sensibilità ai cambi di temperatura.

Quelli appena elencati sono solo alcuni esempi di una condizione che riguarda in modo esclusivo le donne. Fino a pochi anni fa era sottovalutata dalla stessa comunità medica, addirittura relegata a disturbo psicologico. Oggi ha un nome, si chiama vulvodinia.

La storia di Alessia

"Una visita da un privato – dice Alessia Cortese, una giovane che affronta da tempo l'odissea per trovare una cura – costa 150, 200, anche 250€". Lei ha scoperto di soffrire di vulvodinia da qualche anno e da allora è passata di medico in medico, su e giù per l’Italia. Nessuno, però, è stato capace di aiutarla: “Ti ripetono che il dolore è nella testa, che non è reale. Alcuni lo hanno addirittura attribuito a una gravidanza. Sminuiscono, perché la donna magari ‘è donna e deve soffrire’”. C’è anche un altro conto da pagare: "Ti senti privare della tua femminilità, del tuo essere amante, amica. Non riesci più a vivere la quotidianità in modo normale”.

Il primo ambulatorio pubblico in Italia

Secondo le stime nel nostro Paese ne soffre una donna su sette. In Italia il primo ambulatorio pubblico è stato aperto un po' di tempo fa a Bari, nell’ospedale del quartiere San Paolo. Funziona grazie a un gigantesco lavoro di squadra, che coinvolge urologi, immuno-trasfusionisti, specialisti della terapia del dolore e tanti altri. A dirigerlo è una ginecologa, Rosanna Zaccaro: “L'approccio multidisciplinare – spiega – è necessario per trattare la vulvodinia, che può avere diversi fattori scatenanti”. Stabilire la terapia giusta richiede tempo e molte volte la diagnosi arriva solo in età avanzata.

Le visite sono possono costare molto, come testimonia anche la storia di Alessia Cortese. L’ambulatorio di Bari cambia le cose, almeno in parte. Alessia e tante altre pazienti non sono più costrette a spostarsi al centro o al nord Italia per farsi visitare, i costi sono di molto inferiori a quelli di qualsiasi studio privato e il centro offre tutte le figure professionali necessarie. “L’augurio alla classe medica – conclude la dottoressa Zaccaro – è di sensibilizzarsi sempre più su questo tipo di problematiche. E l’invito a chi ne soffre è quello di contattarci ed essere collaborative, per ottenere una vittoria dalle donne e per le donne”.

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