Von der Leyen frena sulla liberalizzazione dei brevetti vaccini Covid: “Non risolve il problema”
Sulla liberalizzazione dei brevetti dei vaccini anti-Covid è intervenuta oggi la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. “Credo che dovremmo essere aperti alla discussione" sulla deroga sulla proprietà intellettuale – ha detto -, ma quando usciremo di qui dovremo avere "una visione a 360 gradi su questo" argomento. "Abbiamo bisogno di vaccini ora. La deroga sulla proprietà intellettuale non risolverà problema. Quello che serve è una condivisione dei vaccini, l'export di dosi e investimenti per accrescere" la capacità produttiva, è il parere di Von der Leyen. "L'Unione europea è l'unica regione democratica del mondo che esporta su larga scala. Circa il 50 percento di quanto viene prodotto in Europa viene esportato verso circa 90 Paesi, incluso Covax. Sono circa 200 milioni di dosi che sono state esportate e circa 200 milioni di dosi distribuite agli europei. Invitiamo tutti quanti si impegnano nel dibattito della deroga temporanea dei brevetti di unirsi a noi a impegnarsi ad esportare una larga parte di quanto producono”, ha detto quindi la presidente della Commissione europea. E ancora: "Quando parlo di investimenti nelle capacità produttive sui vaccini non intendo solo in Europa, ma intendo anche lavorare con le compagnie farmaceutiche per investire ad esempio in capacità produttive nei Paesi africani".
Fonti della Commissione europea hanno aggiunto che sui brevetti dei vaccini la prossima mossa spetta agli Stati Uniti, “per dare sostanza a quelle che finora sono solo dichiarazioni di principio, perché non si negozia su un comunicato di tre righe. Abbiamo bisogno di conoscere i dettagli”. "I Paesi che hanno le materie prime e i componenti per produrre vaccini dovrebbero rinunciare alle restrizioni alle esportazioni", così ancora la fonte, ricordando anche l'importanza "di rendere accessibili i risultati della ricerca e di spingere le case farmaceutiche a fare accordi volontari per il trasferimento di tecnologie, come in Europa tra Sanofi e Pfizer e in India tra AstraZeneca e Serum Institute".