Volontario italiano ucciso in Burundi, ferita una suora
Ucciso un volontario italiano in Burundi in seguito ad una rapina. Lo ha confermato la Farnesina che ha fatto sapere che nel raid è rimasta ferita anche una suora italiana. Si tratta di Francesco Bazzani, ucciso insieme ad una suora croata, madre Lukrecija Mamic, nella cittadina di Kirembi nel sud ovest del Burundi. Il volontario era in Africa per l'Ascom di Legnago in provincia di Verona e lavorava in una struttura cristiana nel villaggio. Il duplice omicidio è avvenuto ieri sera ed è stato comunicato all'agenzia Misna da altri religiosi presenti.
I due rapinatori si sono introdotti nella casa delle Ancelle della Carità, la congregazione dove risiedeva le due missionarie coinvolte nel raid. Armati hanno subito perso il controllo di quella che inizialmente doveva essere una rapina. Hanno infatti subito sparato alla suora croata, per poi intrufolarsi nella congrega. Una volta dentro hanno deciso di fare il colpaccio, probabilmente un rapimento a scopo di riscatto. Così hanno rubato un auto e costretto a salire i due italiani coinvolti nel raid. La loro corsa è durata solo otto chilometri. I due malviventi hanno fatto una scelta diversa. Tallonati dalla polizia che era già sulle loro tracce, hanno deciso di sbarazzarsi di entrambi per non lasciare tracce.
Afferrato un fucile hanno prima sparato a bruciapelo al volontario uccidendolo sul colpo, poi sarebbe dovuto toccare alla suora. La religiosa ha però afferrato la canna del fucile nel tentativo di difendersi ed evitare di essere colpita. Un gesto istintivo che le ha salvato la vita visto che il killer, per divincolarsi dalla presa, ha afferrato un coltello e le ha inferto un colpo alle mani per poi salire sull'auto e scappare con il complice. La suora è riuscita così a riportare solo delle ferite da taglio alle mani ma le sue condizioni al momento sembrano stabili e non è in pericolo di vita.
Per le due vittime non c'è stato null'altro da fare che constatarne il decesso. Dei due assassini al momento non ci sono tracce. Tutte e tre le persone coinvolte lavoravano nell'ospedale di Kirembi assaltato. Una struttura interamente finanziata dalla diocesi di Brescia che ne ha permesso la realizzazione e si occupa dell'amministrazione. Il volontario italiano è il secondo italiano assassinato all'estero, anche se in realtà diverse, dopo l'uccisione della studentessa italiana a New York.