#vogliorestare, giovani che resistono a precariato e crisi sociale: la storia di Angelo (INTERVISTA)
La disoccupazione giovanile in Italia sfiora il 38,7% e la "generazione perduta" strilla per le strade: "Siamo noi l'unica maggioranza". Studenti universitari con lavori part-time a nero, neo-laureati costretti a stage non retribuiti o master a pagamento, ricercatori con borse di studio da fame e un'interminabile schiera di precari, finte partite iva e operatori di call-center. Una campagna nazionale cerca di mettere insieme tutte queste realtà, coordinarle e creare opportunità concrete di lavoro e sviluppo.
Per i giovani, in Italia, non sembra esserci più posto, ma loro non ci stanno e si organizzano. "#Vogliorestare è una campagna nazionale che parte da Firenze con 150 promotori che hanno firmato un appello per l'affermazione professionale della cosiddetta ‘generazione perduta' – ci spiega Angelo Buonomo, studente e operatore part-time di call center – e che vuole mettere in rete le tante attività sociali già presenti sui territori".
"La mia è una storia come tante, lavoro in un call center, sono padre di un bambino di tre anni e studio Scienze Politiche all'università L'Orientale di Napoli" continua Angelo. "Conciliare tutto è impossibile, gli orari di lavoro sono massacranti e mi costringono a una staffetta con la mia compagna per accudire nostro figlio. E tutto per sole 300€ al mese". "Noi non vogliamo andare via dall'Italia" afferma Angelo.
"Ci è negato il diritto allo studio, con borse di studio che non vengono erogate mentre le tasse continuano ad aumentare. Ci costringono a lavorare part-time, oppure a nero, ad affittare case pagando affitti nel sommerso". Nonostante tutto, Angelo ci ripete: "Io voglio restare".
