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“Vivo in Norvegia da quando avevo 15 anni, qui più sicurezza e scuole gratis”: la storia di Giulia

Giulia, 27 anni, è originaria di Roma ma cresciuta a Lanciano. Nel 2012 insieme a tutta la sua famiglia si è trasferita ad Arendal, una piccola cittadina nel Sud della Norvegia. “Avevo 15 anni, i miei volevano dare a me e ai miei fratelli un futuro migliore – ha raccontato a Fanpage.it. – Qui c’è molto welfare, l’istruzione è gratuita per tutti”.
A cura di Eleonora Panseri
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Giulia, 27 anni, italiana in Norvegia.
Giulia, 27 anni, italiana in Norvegia.
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Giulia ha 27 anni, è originaria di Roma, ma è cresciuta a Lanciano. Nel 2012 insieme a tutta la sua famiglia si è trasferita ad Arendal, una piccola cittadina nel Sud della Norvegia. "Avevo 15 anni, i miei volevano dare a me e ai miei fratelli un futuro migliore", racconta a Fanpage.it.

Come spiega la 27enne, che da un mese si è laureata in Scienze Politiche, all'inizio non è stato facile integrarsi: "Non c'erano tanti stranieri quando siamo arrivati qui, venivo un po' esclusa perché ero quella che non sapeva parlare bene norvegese".

In questi anni, per rispondere alle numerose domande di amici e conoscenti, Giulia ha deciso di aprire un canale Youtube dove racconta la sua vita in Norvegia, così come curiosità sulla cultura e la lingua del suo Paese d'adozione.

Quando ti sei trasferita in Norvegia e perché?

Io sono arrivata in Norvegia nel 2012 e avevo 15 anni perché la mia famiglia voleva dare a me e ai miei fratelli un futuro migliore, cosa che l'Italia fa fatica a darci.

All'inizio i miei si sono messi in viaggio un po' per tutta Europa, anche in Spagna e Portogallo, poi hanno scoperto la Norvegia, sono venuti qui diverse volte e a hanno visto che c'era un benessere diverso rispetto agli altri Paesi europei. Da lì hanno pensato: ‘Trasferiamoci'.

Arendal
Arendal

Il primo anno i miei non hanno lavorato e ci siamo messi tutti sotto per imparare la lingua, poi il mio patrigno ha aperto una carrozzeria, mentre mia mamma ha fatto diversi lavori e oggi è aiuto infermiera in ospedale.

Avete avuto inizialmente difficoltà nell'integrarvi? 

Sì, noi abitiamo ad Arendal, una cittadina di 45mila abitanti, quindi di stranieri se ne vedevano ben pochi, a differenza delle grandi città. È stato abbastanza difficile all'inizio, da piccola ricordo che venivo un po' esclusa perché non sapevo bene la lingua norvegese.

Poi comunque si tratta di un'altra cultura, un altro modo di pensare. Partire da zero è stata dura. Anche se ero preparata a quello che mi aspettava perché prima di partire i miei ci avevano spiegato bene perché ci saremmo trasferiti.

Poi però ti sei appassionata alla cultura norvegese…

Sì, quando ci siamo spostati qui tanti miei amici mi chiedevano di raccontare com'era vivere in Norvegia e quindi ho iniziato a fare video. Nel 2014 ho aperto il canale Youtube, dove racconto ogni aspetto della vita qui. E mano a mano anche altre persone si sono interessate. E, allo stesso tempo, anche io mi sono appassionata e continuo a scoprire sempre cose nuove.

Di cosa ti occupi lì?

Io mi sono appena laureata in Scienze Politiche, quindi attualmente sto cercando un impiego. Ma nel fine settimana lavoro come cameriera per togliermi qualche sfizio.

Cosa ti piace e non ti piace della vita lì?

Quello che mi piace di più è il lato della sicurezza. Essendo donna mi sento davvero tranquilla a uscire anche nel cuore della notte, cosa che in Italia invece purtroppo non si può fare. Mi piace anche che qui ci sia molto welfare. Per esempio, l'istruzione è gratuita per tutti.

Cose che non mi piacciono forse il tempo, il freddo. Anche se io sto nella Norvegia meridionale e quindi un po' mi salvo, è come se vivessi in Trentino. D'estate anche noi arriviamo fino a 35 gradi, anche se la stagione è molto più corta rispetto all'Italia, per questo forse la soffro un po'. Che altro? Il fatto che ci sia poco cibo italiano, perché essendo un Paese fuori dalla Comunità Europea non si trova facilmente.

Giulia, 27 anni, italiana in Norvegia.
Giulia, 27 anni, italiana in Norvegia.

A proposito, con il cibo norvegese come ti trovi?

Ho provato il cibo norvegese ma onestamente non mi piace. Per fortuna, in casa siamo tutti italiani e mangiamo solo italiano. Non ce la faccio proprio a farmi piacere il cibo norvegese.

Le persone lì come sono?

I norvegesi sono tipi particolari perché sono molto riservati, un po' freddi, non si fidano subito e non sono super amichevoli come noi italiani. Ho pochi amici norvegesi e li reputo più conoscenti perché è difficile organizzare qualcosa con loro, ci mettono proprio tantissimo tempo per fidarsi. Poi, ovviamente, dipende da persona a persona.

Ho più amici che sono nati e cresciuti qua ma con genitori di altri Paesi. Qui oggi, rispetto a quando siamo arrivati noi, ci sono più emigrati e i norvegesi si stanno un po' aprendo verso gli stranieri che scelgono il Nord Europa.

Qual è il costo della vita lì?

Io vivo in una città piccola e i prezzi non sono paragonabili alle città grandi, come Oslo o Bergen, qui è tutto un po' più economico. Due anni fa abbiamo comprato una casa a tre piani con giardino e parcheggio auto nel centro di Arendal e l'abbiamo pagata 3 milioni di corone (circa 300mila euro, ndr). Tempo fa stavamo in affitto e pagavamo sulle 800/900 euro e abitavamo sempre in centro.

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Quello che invece costa di più è mangiare al ristorante. Per esempio, qui una pizza margherita può costare 23 euro e un bicchiere di vino 15. Però qui si guadagna molto di più, gli stipendi sono proporzionati al costo della vita e per i norvegesi 23 euro per una pizza non è niente. Le persone spesso mi dicono: "Ma come? Costa troppo!", ma è tutto equivalente.

Tornate spesso in Italia? 

Noi torniamo spesso, diverse volte all'anno, anche per visitare i parenti. Io sono originaria di Roma ma sono cresciuta a Lanciano, in Abruzzo, dove la mia famiglia ha anche comprato casa di recente.

Quali sono le cose che ti mancano dell'Italia? E a cosa non sei riuscita ancora ad abituarti?

La prima, sarò banale, è la tipica colazione all'italiana, con cornetto e cappuccino. Qui non esiste la colazione solo dolce, ho visto persone bere un cappuccino con un panino con mozzarella e prosciutto. Non è stato bello da vedere! (ride, ndr). Mi manca anche il fatto di poter fare amicizia più velocemente, gli italiani sono molto più aperti.

Una cosa a cui fatico ad abituarmi è il fatto che qui ad agosto si ricomincia a lavorare, perché durante l'anno abbiamo molte più vacanze. E quando su Instagram vedo i miei amici che si godono il mare mentre io devo ricominciare a studiare o lavorare ancora rimango scioccata.

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Secondo te, è meglio trasferirsi in una città grande o partire da una realtà più piccola?

Dipende da diversi fattori. Per esempio, in una città piccola è tutto più economico. Quindi, se si vuole partire e non si hanno tanti soldi, forse conviene iniziare in una realtà così e poi spostarsi nella grande città, dove la vita è più cara.

Poi ci sono i pro e i contro. In posti grandi sicuramente c'è più facilità nel socializzare e fare amicizia. Noi siamo arrivati in famiglia e ci siamo aiutati a vicenda, da soli invece ci può essere il rischio di sentirsi disorientati.

A chi consiglieresti la Norvegia e a chi la sconsiglieresti? 

Se sono persone che amano il sole, il caldo, il mare tutto l'anno, ovviamente, sconsiglio la Norvegia, prediligerei più mete come la Spagna o il Portogallo. Se invece cercano una vita migliore, un posto dove si guadagna di più e dove c'è molto welfare, consiglio assolutamente di venire qui.

Se si vogliono crescere dei figli con meno preoccupazioni, la Norvegia può essere una buona scelta. Per esempio, un genitore qui non spende nulla per l'istruzione di un figlio, tante cose vengono date dallo Stato, come tutto il materiale scolastico.

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È gratuita anche l'università quindi anche per gli studenti è una bella meta, c'è tanta meritocrazia ed è facile fare carriera. Mia sorella, per esempio, studiava come infermiera all'Università e all'inizio del secondo anno le avevano già offerto un lavoro a tempo pieno ed è riuscita a realizzarsi. Qui se vedono che sei bravo, te lo fanno capire e ti premiano.

È vero che qui fa freddo, il clima non è il massimo e la mancanza dell'Italia si fa sentire, ma so anche che quando voglio e ho modo, posso prendere un biglietto per l'Italia, fare due settimane in cui mi ricarico e poi tornare qui.

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