Vittorio Casamonica ha ucciso Cristo, e prima di lui lo uccise Ruini, vietando nella stessa Chiesa i funerali di Piergiorgio Welby.
Cristo è morto tante volte. E' morto ogni volta che qualcuno ha fatto affari con la banda della Magliana, ogni volta che qualcuno ha riscosso il racket, ogni volta che qualcuno ha pronunciato la parola "mafia" senza provare il ribrezzo che si prova per un maiale che divora i suoi cuccioli.
Cristo è morto leggendo i manifesti con scritto "Casamonica re di Roma" affissi sulla facciata della Chiesa. Cristo è morto quando ha visto la carrozza con i sei cavalli neri. E' morto ascoltando la musica del Padrino ad alto volume per celebrare Vittorio Casamonica, ed è morto vedendo i petali di rose lanciati da un elicottero sulla bara.
Ma Cristo è morto anche quando nelle Chiese hanno deciso di alzare la croce per distanziarla dalla gente, e quando ha ascoltato la parabola del miracolo del vino senza citare il sovvertimento fra lo sfruttato e il padrone.
Cristo è morto quando la Chiesa non ha letto nella battaglia di Welby un gesto d'amore verso la vita, e che il coraggio di Welby non era inferiore a quello di Cristo.
Il parroco ha detto che della vicenda di Casamonica non sapeva niente. Il Papa neanche sapeva niente. Ruini vive a Sassuolo e ha 84 anni. E magari è tutto vero, per carità. Soprattutto per il Papa, sul parroco invece non ci giurerei. Ma non è questo il punto, potevano anche non sapere niente, o magari il parroco davvero non poteva fare niente perché come ha detto lui "è avvenuto tutto fuori dalla Chiesa e io non sono un vigile urbano".
Ma il fatto è che se tu oggi volti le spalle a Welby è ovvio che, dall'altra parte, trovi soprattutto stronzi. E' semplice e vale un po' per tutto: se tu oggi parli contro le coppie gay, poi è chiaro che domani ti trovi una dozzina di Sentinelle in piedi che citano il Levitico mentre stringono il cilicio leggendo Topolino.
E poi, per favore, le regole. Bruciatele le vostre regole, soprattutto voi che dite di essere uomini di Chiesa, delle vostre regole, fate un grande falò in piazza. Basta streghe, bruciati i vostri precetti. Perché se una regola Cristo l'ha insegnata, è quella di andare contro ogni conformismo, assuefazione, quieto vivere e buon senso familiare. Uscite di Chiesa, parroci di Cristo, e bucate le ruote delle carrozze trainate da cavalli. Strappate i manifesti con le facce dei mafiosi. Pisciate sulle rose perché non fioriscano, se il loro destino è omaggiare un delinquente, ancorché morto.
Perché Cristo, in fondo, ha fatto proprio questo. Si è trasformato in corpo e carne per poter ruttare, pisciare e defecare come un uomo, per riuscire a provare il nostro dolore sulla propria pelle. Soprattutto il dolore di chi, di più, soffre. Il dolore di Welby. Non quello di Vittorio Casamonica.