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Vittorio Arrigoni: le milizie di Hamas catturano uno dei suoi assassini

Le milizie di Hamas, nel corso di un blitz nel campo profughi di Nuseirat, hanno catturato uno dei presunti assassini di Vittorio Arrigoni e hanno accerchiato due sue complici. Intanto la salma di Vittorio è al Cairo e domani sarà in Italia.
A cura di Alfonso Biondi
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Il volontario Vittorio Arrigoni

Hamas continua a darsi da fare per catturare gli assassini di Vittorio Arrigoni, il volontario italiano barbaramente ucciso lo scorso venerdì da un gruppo di islamici salafiti. Le ultime notizie raccontano di un blitz degli uomini di Hamas nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza, e di uno scontro a fuoco in cui sono rimasti feriti anche alcuni uomini della polizia. A seguito della sparatoria uno dei terroristi si sarebbe arreso: si tratta di Mohammad al-Salfiti. I suoi 2 complici rimangono invece barricati in un edificio, a quanto pare accerchiati dalla polizia. Secondo quanto riportato dal sito palestinese ‘Hala.ps', la polizia avrebbe concesso alle famiglie dei 2 di entrare nell'edificio per cercare di convincerli a consegnarsi.

Continua quindi il lavoro di Hamas per catturare gli assissini di Vittorio: l'organizzazione palistese aveva già diffuso sul prorpio sito internet le foto dei rapitori e aveva anche messo una taglia su di loro. Al momento la salma del volontario italiano si trova in Egitto, all'ospedale italiano del Cairo, dove da poco è stata aperta la camera ardente. Il feretro di Arrigoni è arrivato in Egitto ieri sera, dopo aver attraversato il confine tra la Palestina e il paese nordafricano. Per stasera è stata organizzata una veglia in onore dell'attivista italiano cui parteciperanno alcuni militanti e amici. La salma arriverà in Italia domani.

Intanto Egidia Beretta, madre di Vittorio, ha chiesto che venga fatta giustizia per la morte di suo figlio, ma nel "pieno rispetto della dignità della vita umana". In un appello a Peace Reporter, infatti, la donna ha dichiarato:

So che a Gaza vige la pena di morte. I presunti esecutori dell'omicidio di Vittorio, se ritenuti colpevoli, verranno quasi sicuramente uccisi. Io sono contro la pena di morte, e anche Vittorio lo era. Considerava la vita come il valore supremo. Per questo, chi dovrà giudicare i suoi assassini sappia che Vittorio non avrebbe mai voluto che fossero condannati a morte.

Parole che ricordano la grande nobiltà d'animo di suo figlio e che cercano anche di distendere un clima tesissimo nel quale ogni parola può pesare come una pietra. Parole di perdono che avrebbe pronunciato lo stesso Vittorio,

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