Vito Dell’Aquila, la prima medaglia italiana a Tokyo 2020: “La prima telefonata a mamma come Chiesa”
Vent’anni, orgogliosamente pugliese e un sorriso che intenerisce. Vito Dell’Aquila è apparentemente un ragazzo come tanti, partito dal Sud con un sogno nel cassetto: l’Olimpiade. Eppure sul quadrato, da bambino, ci era arrivato per caso o, meglio, per timidezza. Il mito di Bruce Lee e gli insegnamenti del nonno nel cuore, scomparso recentemente, al quale non ha potuto non dedicare il suo trionfo. “Spero che questa medaglia lo renda orgoglioso di me” ha detto ai nostri microfoni.
Senza esclusione di colpi: la vittoria arriva nel finale
Un match combattuto, per nulla scontato, e un avversario temutissimo, Mohamed Khalil Jendoubi, che aveva sorpreso tutti nelle fasi precedenti. Dopo pochi minuti il risultato diceva 5 a 2 per il tunisino. “Una vittoria si costruisce con il tempo, non negli ultimi istanti” ha dichiarato Angelo Cito, presidente federale della FITA. “Per riuscire a recuperare come ha fatto Vito, bisogna avere bene in mente quello che è l’obiettivo finale,” – ha aggiunto – “è stato bravissimo”. Sul 10 a 8 per l’avversario, Vito Dell’Aquila ha stravolto la gara con 8 punti in meno di un minuto, spianandosi la strada per la conquista dell’oro.
Il primo pensiero dopo la vittoria: "Avrei fatto come Chiesa".
“Avrei chiamato subito mia madre” ci ha detto, ma – a caldo – ha potuto parlare solo con i giornalisti e lo staff dei Giochi olimpici. Per Vito Dell’Aquila è stato un sogno addentare quella medaglia, per chi lo ha seguito dall’Italia, invece, una speranza e un’ispirazione affinché, come ha dichiarato il Ministro per le politiche giovanili Fabiana Dadone, “i ragazzi non rappresentino soltanto il futuro, ma soprattutto il presente di questo Paese”.