Viste mediche bloccate in estate e liste di attesa ribaltate a favore di parenti: medici denunciati

Le irregolarità riscontrare dai carabinieri del Nas durante i controlli a tappeto in tutta Italia sulla gestione delle visite mediche nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. Liste di attesa ribaltate da alcuni medici per favorire parenti o amici e visite bloccate a luglio e agosto.
A cura di Antonio Palma
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Visite specialistiche completamente bloccate nei mesi estivi di luglio e agosto e liste di attesa ribaltate da alcuni medici per favorire parenti o amici, sono solo alcune delle irregolarità riscontrare dai carabinieri del Nas durante i controlli a tappeto in tutta Italia sulla gestione delle visite mediche nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. I controlli dei militari effettuati negli ultimi mesi hanno portato alla denuncia all’autorità giudiziaria di 26 sanitari tra medici e infermieri.

Le accuse a vario titolo sono di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato ed interruzione di pubblico servizio. Le verifiche dei Nas hanno riguardato 1.364 strutture e la gestione di 3.884 liste di attesa e agende di prenotazione in tutta Italia, sia per prestazioni ambulatoriali sia per visite mediche specialistiche ed esami diagnostici. I carabinieri hanno analizzato documenti di ospedali, ambulatori e cliniche, sia pubblici che privati in convenzione con il Servizio sanitario nazionale.

In 195 casi le agende di prenotazione erano state sospese o interrotte arbitrariamente nei mesi estivi, allungano ulteriormente i tempi di attesa per visite ed esami che in alcuni casi sono già biblici. Gli esami erano stati procrastinati dai 38 ai 95 giorni ben oltre i tempi previsti dalla normativa nazionale.

Grave invece il caso di 9 medici che avrebbero addirittura favorito conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le liste d'attesa in loro favore e spostando in fondo gli altri. Si tratta di sanitari che operavano a Milano, Torino, Perugia e Catania. Altri tre medici di aziende sanitarie della Calabria sono stati denunciati per l'ipotesi di peculato perché avrebbero prestato servizio presso ambulatori privati anche se erano contrattualizzati in regime esclusivo con le aziende sanitarie pubbliche. A Perugia un medico era formalmente in malattia ma svolgeva attività privata presso un altro ospedale mentre due infermieri svolgevano esami ematici a favore di privati attestando falsamente che erano ricoverati.

In generale le ispezioni di Nas hanno permesso di constatare come in 1.118 casi le Asl erano in affanno nella gestione delle liste di attesa e avevano superato le tempistiche imposte dalle linee guida del Piano nazionale. Grave la situazione a luglio e agosto dove molte strutture hanno bloccato le visite e gli esami. In alcuni casi per una grave e cronica mancanza di personale in modo da far fruire le ferie estive ai dipendenti ma in alcuni casi per comportamenti non in linea con la deontologia professionale.

In una Asl della provincia di Roma, ad esempio, erano indisponibili le prestazioni di un medico che però svolgeva gli stessi esami presso un poliambulatorio privato a pagamento. In tutto quattordici i dirigenti e i medici denunciati perché ritenuti responsabili del reato di interruzione di pubblico servizio a Palermo, Reggio Calabria, Latina e Udine.

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