Visse per due anni col cadavere del genitore in casa, assolto per vizio di mente: “Non è mio padre”
Assolto per vizio totale di mente, si è concluso così il processo a carico di Luigi Roberto Caracciolo, il 57enne di Corigliano d'Otranto, in provincia di Lecce, che per due anni aveva vissuto col cadavere del padre in casa prima che fosse scoperto il 15 marzo dello scorso anno. Dopo aver esaminato i fatti e le perizie psichiatriche, il giudice per le udienze preliminari Valeria Fedele, al termine del processo con rito abbreviato, oggi infatti ha assolto l'uomo per la morte del padre 84enne Antonio Caracciolo.
Una decisione ormai attesa visto che il provvedimento era stato chiesto sia dalla difesa dell'imputato sia dalla Procura. Il giudice però ha disposto per l'uomo la misura di sicurezza della libertà vigilata per due anni e il ricovero presso una comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica dove si trova già da qualche mese dopo una prima perizia che aveva stabilito una seminfermità mentale. Una conclusione a cui è arrivata anche una seconda perizia disposta dal giudice in estate La nuova valutazione però ha anche certificato l’assoluta incapacità dell’imputato di intendere e di volere al momento dell’occultamento del cadavere
Il corpo ormai mummificato del padre venne trovato a letto avvolto in lenzuola e coperte, con un ventilatore acceso vicino, solo perché la polizia locale doveva notificargli un atto. L'autopsia ha stabilito che l'anziano era morto per cause naturali da circa due anni. Una circostanza che spinse i pm ad accusare il 57enne di aver occultato il cadavere del padre per continuare a riscuoterne la pensione, quantificata in 730 euro mensili. L'uomo doveva rispondere dei reati di occultamento di cadavere, truffa e indebito utilizzo di carte di credito. Durante gli interrogatori, però, il 57enne però dichiarò che il padre è ancora vivo e si trova in Svizzera e che quello trovato non era il corpo del genitore.