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Vinse 2 milioni di euro al Gratta e Vinci ma non li divise con gli amici: rischia 3 anni di carcere

Il pm di Verona Alberto Sergi ha chiesto 3 anni di reclusione per appropriamento indebito per il piastrellista di 43 anni che 3 anni fa vinse due milioni di euro al Gratta e Vinci ma non li divise con gli amici che hanno poi sporto denuncia. A settembre la decisione.
A cura di Ida Artiaco
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Una vincita milionaria potrebbe costare cara ad un piastrellistra veneto di 43 anni, che rischia una condanna a 3 anni di reclusione per appropriazione indebita. Almeno, è questa la richiesta avanzata dal pubblico ministero Alberto Sergi del Tribunale di Verona. Il motivo? Il fortunato giocatore vinse tre anni fa due milioni di euro giocando al Gratta e Vinci insieme a due amici, con i quali non divise il bottino e che per questo lo denunciarono. Ma facciamo un passo indietro.

La vicenda ha inizio il 22 febbraio 2021, quando il piastrellista acquistò un biglietto a Torri del Benaco, nel veronese, e convertì la vincita con altri tagliandi. La sera dopo andò a "grattare" i biglietti a casa di uno dei suoi amici, che lo ha poi denunciato, sostenendo che quel tagliando fosse stato acquistato "in società" e che quindi avrebbero dovuto dividere la somma.

"Non ho mai giocato in società con nessuno perché ho la mia strategia, che non dico. Quando ho scoperto la vincita ho esultato, e lui ha chiesto se poteva fare una foto", aveva detto il piastrellista, che 40 giorni prima aveva vinto un milione di euro, regolarmente incassati, con un altro tagliando.

Quell'ultimo bottino, però, non è stato incassato perché è stato congelato a causa della querela sporta nei suoi confronti dai due amici e il giudice per le indagini preliminari, osservati gli atti, ha dato ragione a loro.

Oltre alla condanna dell’imputato (difeso dai legali Giovanni Chincarini di Verona e Giordana Frattini di Brescia) a tre anni di reclusione, il pm veronese ha chiesto anche che la somma vinta, una volta sbloccata, venga suddivisa "come da precedenti accordi fra il terzetto" di amici: stando alla pubblica accusa e alle parti civili, in base ai patti iniziali il piastrellista si sarebbe dovuto tenere 600mila euro, "lasciandone" 50o mila a testa a ciascuno degli altri due. A settembre la conclusione.

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