Vini all’asta: ecco le bottiglie che valgono una fortuna
Straordinario successo per la prima asta Bolaffi di vini rari e pregiati realizzata in collaborazione con Slow Food Editore che ha registrato un incasso di 600 mila euro raddoppiando la base d’asta complessiva e la vendita del 90% delle 4 mila bottiglie in catalogo. Aggiudicati tutti i cento lotti della selezione, con un realizzo totale di 157 mila euro. Tra le bottiglie singole i lotti che hanno avuto maggior successo provengono dalla cantina di Veronelli: la magnum Romanée-Conti 1981 è balzata da 3.500 a 13.750 euro (diritti inclusi) mentre la rara bottiglia “numero 1” di Romané-Conti 1965 è stata venduta per 7.500 euro; ancora a 7.500 euro è stata aggiudicata la preziosa bottiglia di Richebourg 1983 di Henry Jayer. L’aggiudicazione più alta tra le altre cantine selezionate va alla selezione di diciotto bottiglie e dodici magnum Domaine de la Romanée-Conti di vecchie annate. Si tratta di un lotto unico di bottiglie che da 2 mila euro di base d’asta è stato aggiudicato a 17.500 euro. Successo oltre le aspettative anche per le bottiglie italiane in catalogo. La Barolo Monfortino Riserva 1999 Giacomo Conterno è stata battuta a 1.750 euro; il Sassicaia 1985 della Tenuta San Guido a 1250 euro, e le tre bottiglie di Masseto 2001 battute per 2.250 euro. Infine, le dodici bottiglie di Sassicaia 2005 nel forziere di legno, cedute a 2.500 euro.La selezione di 16 bottiglie di Champagne Grand Cru (Nature Blanc de Blancs Venus Brut 2002, Blanc de Blancs Extra Brut 1996, Blanc de Blancs Initial Brut, Jacques Selosse)è stata al centro di una lunga contesa al rialza passando da 150 euro di base d’asta a 4.750 euro (diritti inclusi).
Richieste sono arrivate anche al telefono e via internet da parte di collezionisti e ristoratori da altri paesi europei (Germania, Danimarca, Francia, Spagna) ed extraeuropei (Russia, Singapore, Hong Kong, Stati Uniti). Giulio Filippo Bolaffi, amministratore delegato del gruppo omonimo, ha commentato: «Le premesse erano ottime, ma il risultato ha superato le nostre più rosee aspettative. Questa è la dimostrazione che se ci sono i pezzi giusti in vendita, i compratori da tutto il mondo, arrivano sempre e che quindi le grandi bottiglie possono essere vendute anche in Italia. Questa prima asta è sicuramente il preludio di un nuovo business per la nostra maison che già nella prossima primavera presenterà una nuova vendita. Sono convinto che ancora molto lavoro possa essere fatto sia per attrarre nuovi collezionisti, sia per inserire in catalogo nuove interessanti etichette, e la collaborazione con Slow Food Editore, che sicuramente proseguirà, ci darà ulteriore modo di perseguire questo risultato».