C'è una nuova puntata nella vicenda che riguarda il contestato villaggio turistico ‘Marine Park Village' di Baia di Scifo: dopo il sequestro del villaggio voluto dalla Procura di Crotone a seguito dell'inchiesta che vede coinvolti il sovrintendente ai beni architettonici e paesaggistici oltre a alcuni funzionari del Comune e della Provincia di Crotone ora spunta un prestanome della famiglia di ‘Ndrangheta degli Arena (di Isola Capo Rizzato).
La costruzione del villaggio ad opera dei fratelli Scalise (imprenditori molto conosciuti del crotonese) ha sollevato proteste delle associazioni ambientaliste (il villaggio dovrebbe sorgere in un'area protetta) e della politica locale e nazionale (Giuseppe Civati, leader di Possibile, era stato a Capo Colonna per chiedere l'intervento del ministro Franceschini) ma non mancavano i segnali di un eventuale interesse da parte della criminalità organizzata e ora la Dda di Catanzaro ha deciso di muoversi.
Ora l'inchiesta giornalistica di Antonio Anastasi (giornalista del Quotidiano del Sud che da mesi sta seguendo il caso) svela un nuovo inquietante particolare: secondo quanto verbalizzato dal pentito Giuseppe Giglio del progetto si sarebbe interessato Maurizio Mungo, prestanome degli Arena, che, a detta del collaboratore, avrebbe curato «la gestione e lavorazione del ferro per ciò che riguarda il parco eolico» di Isola Capo Rizzuto (sequestrato proprio stamattina dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e del Gico di Catanzaro, su disposizione della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Crotone che ha recepito la richiesta della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro) e sarebbe stato il direttore dei lavori anche del Marine Park di Baia di Scifo.
E il cronista del Quotidiano del Sud nel suo articolo pubblicato oggi registra anche un'altra stranezza: per una strana coincidenza proprio quando sono stati depositati i verbali del pentito al Mungo nella direzione dei lavori del villaggio turistico sarebbe subentrata un'altra impresa. Il nome di Mungo viene fuori da un interrogatorio di Giglio reso al Pm Domenico Guarascio lo scorso settembre e ora anche le indagini del villaggio turistico potrebbero allargarsi sul fronte della criminalità organizzata. Mungo, si legge nella ricostruzione di Anastasi, sembra riuscire a prendere tutti i lavori più importanti di quel tratto di costa. Quando il Pm chiede al collaboratore di giustizia chiarimenti sulla figura di Pasquale Arena (dipendente del comune di Isola "dominus" dell'operazione che riguarda il locale parco eolico) Giglio risponde senza troppi giri di parole: «Arena Pasquale – dice il pentito – per quanto ne sappia è soggetto a disposizione delle famiglie Arena di Isola Capo Rizzuto, sia dalla parte dei Cicala che dei Chitarra (i due rami della cosca). Ho sentito nominare Arena Pasquale da più soggetti come Mungo Maurizio, parente di Frustaglia Giovanni, che ha curato la gestione e lavorazione del ferro per quel che riguarda il parco eolico. Specifico che tale lavoro lo ha svolto di fatto Frustaglia seppure utilizzando la ditta del Mungo.»
Su Mungo, Giuseppe Giglio chiarisce, scrive Anastasi, che fu proprio lui a confidargli che "Pasquale Arena era stato incaricato dalla famiglia Arena della progettazione del parco eolico per ottenere somme di denaro». Nel caso in cui le dichiarazioni del pentito fossero riscontrate appare evidente che i legami siano qualcosa di più di una semplice conoscenza. Di fatto pochi mesi dopo l'interrogatorio (per la precisione il 5 dicembre) alla ripresa dei lavori dellavillaggio turistico di Scifo (ora sotto sequestro) Mungo viene rimosso dall'incarico e la direzione dei lavori passa ad un'altra azienda, quella di Assunta Ionadi, sempre di Isola.
E la sensazione è che non sia finita qui.