Vicenza, i risultati dell’autopsia sul piccolo Giulio: morto per un’emorragia interna
A uccidere il piccolo Giulio Cortiana è stata probabilmente una emorragia interna, tanto improvvisa quanto fatale. Il bambino di tre anni di Valli del Pasubio (Vicenza) è morto la notte del 30 luglio dopo due ricoveri all'ospedale di Santorso. Una emorragia interna sarebbe la causa emersa dall'autopsia disposta dal sostituto procuratore berico Luigi Salvadori. A quanto si apprende, si tratta di un evento molto raro, che in qualche modo potrebbe essere paragonato a un infarto intestinale. Il sostituto procuratore Luigi Salvadori ha incaricato dell’autopsia la dottoressa Elisa Vermiglio di Verona. Tra le richieste ai consulenti vi è anche quella di approfondire la causa della perdita di sangue, tramite anche un esame tossicologico, per capire se il bambino possa aver ingerito, involontariamente e inconsapevolmente, qualcosa che gli è stata fatale. Per gli esiti completi sarà necessario attendere qualche settimana.
Giulio dimesso dall'ospedale e morto dopo poche ore – A quanto ricostruito, il dramma di Giulio si è consumato in poche ore. Il bambino nel pomeriggio di lunedì 29 luglio aveva iniziato ad accusare dei forti dolori alla pancia e così i genitori lo avevano portato al pronto soccorso del nosocomio dell'Alto Vicentino. Al termine di alcuni accertamenti Giulio è stato dimesso. Una volta giunto a casa, i dolori si sarebbero fatti sempre più forti, al punto da convincere i genitori a tornare in ospedale. Solo in quel momento, secondo i genitori, sarebbe arrivata una diagnosi di diabete. Ma ormai era troppo tardi: poco dopo il nuovo ricovero il bambino è morto. “Avrebbero potuto fare qualche esame in più, magari così sarebbe emerso qualche valore fuori scala, qualche campanello d’allarme. Invece non gli è stato fatto nessun prelievo di sangue, non gli è stata misurata la pressione, né la glicemia. Non l’hanno neppure trattenuto una mezz’ora in osservazione, giusto per capire come si evolveva la sua situazione”, le parole del papà dopo la tragedia.