Vicenza, annullata multa a venditore di rose: “Chiedeva solo l’elemosina”
Secondo un giudice Kabir Ahnad non era un commerciante abusivo, ma solo un uomo che chiedeva l’elemosina. Si tratta del 46enne del Bangledesh che sei anni fa venne fermato dai vigili a Vicenza con delle rose. Quella sera – era il 4 agosto del 2009 – un vigile compilò una sanzione di 5164 euro per commercio itinerante senza autorizzazione. Un macigno per il 46enne residente nel Milanese, immigrato con regolare permesso di soggiorno e lavoro. Ebbene, dopo circa sei anni, l’odissea del venditore di rose si è conclusa con la decisione del giudice. Della storia di Kabir Ahnad ne scrive il Corriere del Veneto. Secondo il giudice quello che Kabir dava, in cambio di poche monete, era solo una rosa senza valore. A dimostrare questa tesi anche il fatto che nemmeno il vigile urbano, nel momento in cui multò il bengalese, pensò di sequestrare il suo mazzo di rose. Del caso del bengalese multato a Vicenza si è occupato l’avvocato Alberto Pellizzari che, preso a cuore la storia del venditore di rose, ha presentato ricorso prima al verbale, poi all’ordinanza di ingiunzione di pagamento. Ricorso che è stato accolto dal giudice di pace di Vicenza, Giovanna Alessandrini.
Perché il giudice ha annullato la mega-multa al venditore di rose – Secondo l’avvocato “una singola rosa, che faceva parte di un mazzo del valore totale di pochi centesimi, non può considerarsi un bene commerciabile, quanto piuttosto un oggetto che serve a salvare la dignità di chi la offre”. Senza quella rosa il 46enne sarebbe stato, insomma, un semplice mendicante, con tutte le umiliazioni che ciò implicherebbe. Per questo secondo l’avvocato – la cui tesi difensiva è stata accolta dal giudice – non può essere ritenuto un commerciante abusivo, ma un questuante, un uomo che chiede e riceve denaro senza dare nulla di economicamente apprezzabile.