Viaggio ad Assisi, che attende la santificazione di Carlo Acutis: “Sulla sua tomba migliaia di giovani”
Assisi è avvolta nell'attesa, lo stato d'animo che percepisce chi passeggia per il centro storico ed entra nelle sue chiese. I turisti escono dai negozi di souvenir, tra i vicoli in pietra risuonano le risate dei giovani, che in gruppi numerosi arrivano in città da ogni parte del mondo, per visitare la tomba di Carlo Acutis. Il quindicenne, morto di leucemia fulminante al quale la Chiesa cattolica ha riconosciuto due miracoli e che durante il Giubileo 2025 verrà proclamato santo, riposa nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione.
Carlo e la sua famiglia avevano una casa in città, dove trascorrevano diversi mesi dell'anno. Carlo definiva Assisi "il luogo dove mi sento felice", amava stare in silenzio, spesso si sedeva con il suo computer nel cortile dietro alla chiesa e lavorava ai suoi progetti su internet, che avevano come scopo quello di portare nella vita degli altri Gesù, tra il cinguettìo degli uccelli. Durante la sua malattia ha chiesto di essere sepolto qui.
Le testimonianze di chi prega e ringrazia Carlo Acutis
A rivolgersi al beato Carlo Acutis, sono fedeli che arrivano ad Assisi per il fortissimo legame che sentono con lui e perché allo stesso tempo commuove la sua vita per il lato tragico che ha avuto, e che lo avvicina alle sofferenze quotidiane delle persone. Molti di coloro che gli si affidano hanno figli malati. Tanti sono i pellegrini provenienti ad esempio dal Portogallo e dal Brasile, lo Stato in cui è avvenuto il primo miracolo, che la Chiesa cattolica ha riconosciuto per la beatificazione, per il bambino brasiliano guarito da una malformazione al pancreas dopo aver toccato una reliquia di Carlo.
Una donna in lacrime e allo stesso tempo sorridente fa scorrere la mano sul vetro della tomba. Le abbiamo chiesto quale esperienza di vita la lega a questo ragazzo speciale: "Sono venuta a trovare Carlo per ringraziarlo della sua intercessione – Chiara ci racconta la sua testimonianza – Ho desiderato ardentemente per anni un figlio che non arrivava. Mi sono imbattuta un giorno nell'immagine di questo ragazzo, così serena, il suo sorriso mi ha rincuorato. Grazie a Carlo non ho perso la speranza di tentare ma al tempo stesso, ho rimesso la mia vita in mano a Gesù, pensando che se non avessi partorito, sarei stata madre in altri modi, prendendomi cura del prossimo. Non mi sono abbattuta ed ora sono incinta".
"Il legame con Carlo è nato per caso diciamo, mentre preparavo l'esame di maturità – racconta Giorgia, solo una dei tanti giovani che pregano sulla tomba di Carlo – Mi sono imbattuta in lui mentre studiavo e avevo letto che è patrono di internet, così ho approfondito la sua storia, che mi ha molto colpita. Per tutta la preparazione alle prove mi sono sentita come presa per mano". "Ho pregato Carlo perché tenesse mio figlio lontano dalla droga, oggi sono qui per ringraziarlo. Credo che Carlo sia un giovane incomparabile, nato per essere santo, i suoi occhi e il suo sorriso ci parlano di Gesù" ha detto Alice, una mamma francese.
Il legame tra Carlo Acutis e San Francesco
Assisi è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, ma pure si percepisce un fervido fermento, di gioia, di speranza, di progetti da concretizzare. Entrando nel Santuario in cui San Francesco ha rinunciato ad ogni bene terreno, togliendosi le ricche vesti davanti a suo padre, nella navata laterale di destra c'è la tomba del beato Carlo Acutis. "Ho la grazia di vivere il momento in cui tutto sta accadendo ed è dunque tutto in divenire – ha raccontato intervistato da Fanpage.it il rettore del Santuario don Marco Gaballo – Si percepisce chiaramente come Assisi sia un luogo di grazia, non perché noi esseri umani facciamo accadere le cose, ma perché queste accadono da sole.
Carlo Acutis e San Francesco sono strettamente legati, Carlo amava Assisi e vedeva in San Francesco un modello da seguire di vita e di amore verso Dio e il prossimo. Come Carlo è oggi un giovane inimitabile per fede ed esempio di esistenza rivolta verso Cristo, lo era anche ai suoi tempi San Francesco. Ciò che rende oggi speciale Carlo è che offre la passione evangelica: la sua vita è stata un continuo desiderio rivolto verso Gesù. Carlo però al tempo stesso era un ragazzo come gli altri: andava a scuola, suonava il sassonfono, usciva con gli amici, praticava sport.
Con la particolarità di aiutare i poveri, di amare ardentemente l'Eucarestia, di andare a messa e recitare il rosario tutti i giorni. Ho come l'impressione che ciò che Carlo tocca diventa "fresco", come religiosi ci siamo accorti che inserire i pensieri di Carlo nei percorsi di catechesi li rendano più stimolanti per i giovani, grazie a quella che era la sua vitalità e velocità nel fare le cose, perché essendo un giovane, parlava il linguaggio dei suoi coetanei".