“Via la camicia nera, dovrebbero farlo in tanti”, il gesto della studentessa all’apertura dell’anno accademico

Il gesto simbolico di Emma Ruzzon all’inaugurazione dell’anno accademico all’Università di Padova: “Il fascismo non è stato solo quello dell’olio di ricino e delle leggi razziali. Davvero è necessario vedere le camicie nere in giro? Nel dubbio, io mi tolgo la camicia nera ma in questo Paese dovrebbero sfilarsela in tanti per davvero”.
A cura di Antonio Palma
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"La storia ci insegna a riconoscere i segnali, anche quando si presentano in forme diverse. Ma se qualcuno si ostina a ignorarli, davvero è necessario vedere le camicie nere per accorgersene? Il fascismo non è stato solo olio di ricino", Con queste parole la studentessa e rappresentate degli studenti Emma Ruzzon si è tolta la camicia nera che indossava come gesto simbolico e provocatorio durante l’inaugurazione dell’anno accademico all’Università di Padova.

La scena che ha fatto riferimento ai rigurgiti del fascismo è avvenuta davanti al Rettore e a tutti i rappresentanti del senato accademico dell’Ateneo padovano che si erano riuniti ieri, giovedì 13 febbraio, nell’aula Magna dell’Università a Palazzo Bo. "Oggi indosso questa camicia perché l’occasione richiede formalità. Ma se per farsi capire serve parlare il linguaggio dei simboli, allora me la tolgo. Credo che molti, in questo Paese, dovrebbero sfilarsela per davvero" ha dichiarato la studentessa con un chiaro riferimento ai simboli del fascismo italiani e ai suoi rigurgiti più recenti.

Chiamata a intervenire in qualità di presidente del Consiglio degli Studenti, Emma Ruzzon ha affrontato molti temi d'attualità parlando anche dei segnali del fascismo nella società attuale nel corso del suo intervento, arrivando quindi a sfilarsi la camicia che indossava come gesto simbolico. "Nel dubbio, io lo faccio. Senza paura di dire che molti in questo Paese dovrebbero fare lo stesso" ha sottolineato.

“Il fascismo non è stato solo quello dell’olio di ricino e delle leggi razziali. Controllo dell’informazione e dei corpi delle persone, libertà garantita solo per alcuni, un approccio alla violenza che si prova a nascondere sotto il tappeto ma che ritorna, per esempio, nei pestaggi in strada o davanti alle scuole superiori” ha dichiarato la giovane all'inaugurazione dell'803esimo anno accademico dell'Università di Padova.

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