Via alla stagione dei virus respiratori, Pregliasco: “Tra Covid e influenza numeri più alti dell’anno scorso”
“La prossima stagione influenzale vedrà una piccola fiammata di Covid e una presenza vivace di influenza, che circolerà molto”. Dopo un’annata che ha registrato oltre 14 milioni di casi influenzali e parainfluenzali, i virus respiratori bussano di nuovo alle porte. E un paio di segnali mettono in luce l’arrivo di un inverno intenso. Forse persino più pesante dell’anno scorso.
Da una parte, c’è l’Australia dove, a stagione appena conclusa, l’epidemia ha registrato i numeri più duri da due anni a oggi. Dall’altra, il passaggio dagli sbalzi termici al freddo prolungato, oltre all’avvio delle scuole, “fanno pensare che ci sarà un’annata con cifre più elevate rispetto all’anno scorso”. Lo spiega a Fanpage.it il direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi – Sant’Ambrogio e virologo all’Università degli studi di Milano, Fabrizio Pregliasco.
Professore, che stagione ci attende?
“Dopo gli sbalzi termici, dai quali i virus cugini trovano terreno per la diffusione, le temperature più rigide prolungate nel tempo porteranno l’influenza, che rappresenta la manifestazione più pesante tra i virus. A cui si aggiungono il virus respiratorio sinciziale e il Sars-CoV-2 con i suoi cicli di salita e discesa delle varianti tra i 4 e i 6 mesi. Temo che il mescolamento di tutte queste forme farà risalire l’onda”.
Come mai?
“La stagione delle infezioni respiratorie invernali è una certezza. Dobbiamo prepararci senza allarmismi e con la giusta attenzione. I virus circolano di più perché vengono facilitati dalla diffusione degli sbalzi di temperatura, dai passaggi dagli ambienti chiusi a quelli aperti o umidi e, non da meno, la presenza di un concerto di agenti virali pari a 262 con forme diverse e cariche inferiori”.
Quali sono i fattori che incidono di più?
“Le condizioni meteorologiche e il rientro a scuola. Durante le vacanze natalizie ci sarà l’incidenza maggiore. Anche se non è mai precisa la partenza della stagione influenzale, solitamente inizia ad autunno e si attesta a inizio primavera, sebbene quest’anno ci sia stato un codone con alcuni casi anche durante l’estate. La presenza del Covid e gli sbalzi termici hanno rafforzato la durata”.
Qual è stato il tasso di mortalità l’anno scorso?
“Su base annuale, si parla di 200 morti dirette e tra le 6.000 e 10 mila morti per complicanze cardiache e/o respiratorie dopo aver contratto l’influenza. In termini di mortalità diretta, il Covid segna ancora numeri di rilievo, visto che muoiono ancora in media un centinaio di fragili e anziani ogni settimana”.
Come si riconosce l’influenza?
“Si riconosce perché ha manifestazioni più intense: un brusco inizio di febbre a 38 gradi, almeno un dolore respiratorio e sintomi fisici come i dolori articolari. Per le altre forme di virus, si nota anche da altre sintomatologie come il naso chiuso o febbre più tenue”.
Prevenzioni?
“Sicuramente la vaccinazione per chiunque e il buon senso, anche usando le mascherine. Inoltre, visto che non è facile distinguere Covid e influenza, per le persone fragili e anziane è utile sottoporsi a un tampone. Nel caso in cui si tratti di Covid, queste categorie possono ricevere gratuitamente il farmaco antivirale Paxlovid. Per le altre categorie, inclusi i bambini sotto i sei anni, è importante un’automedicazione responsabile con farmaci antinfiammatori”.
Le campagne vaccinali partono tra un mese. Come procedono le coperture in Italia?
“L’anno scorso si è vaccinata pochissima gente per coprirsi con il richiamo per il Covid e c’è stato un abbassamento della quota dei vaccinati con l’anti influenzale. Gli over 65 sono calati al 53,3%, meno 10 punti percentuali rispetto all’adesione durante l’inizio della pandemia. Ma siamo molto lontani dal target del 75% indicati dall’Oms”.
Ci sono regioni più virtuose?
“Le più virtuose sono l’Umbria con il 65,8% di over 65 vaccinati e l’Emilia Romagna con il 59,4%. Le adesioni più basse sono state a Bolzano (39,9%) e in Sardegna, appena il 35,7%. All’incirca il 18,9% dell’intera popolazione italiana si è vaccinata l’anno scorso. Dentro la platea del personale sanitario si è vaccinato intorno al 30%”.