Via alla perizia sui telefoni di Padovani, Alessandra Matteuzzi aveva denunciato: “Spia le mie chat”
Giovanni Padovani ha collaborato con gli inquirenti e ha fornito pin e password dei suoi dispositivi elettronici per l'analisi disposta dalla Procura di Bologna nell'ambito dell'inchiesta riguardante l'omicidio della sua ex fidanzata Alessandra Matteuzzi. Il calciatore è al momento in carcere per omicidio aggravato da stalking.
Il 27enne ha partecipato all'udienza di conferimento dell'incarico per le perizie sui dispositivi elettronici insieme al suo legale, Enrico Buono, e davanti agli avvocati che assistono i familiari della vittima. L'uomo ha fornito spontaneamente i codici per l'accesso ai cellulari.
La volontà di procedere con la perizia nasce dagli accertamenti effettuati sulla denuncia presentata da Alessandra Matteuzzi il 29 luglio. Circa un mese prima dell'omicidio, infatti, la 56enne aveva riferito di continue persecuzioni da parte dell'ex compagno e di appostamenti molesti nei pressi della sua abitazione e sul luogo di lavoro.
Alle forze dell'ordine aveva rivelato di aver scoperto nel mese di febbraio che le password dei suoi profili social erano state modificate. "Sono stati modificati i pin di accesso riguardanti i miei profili social – spiegava Matteuzzi nel corso della sua deposizione -. Anche gli indirizzi email collegati erano stati sostituiti e tutti i nuovi account erano riconducibili a Padovani".
Il 27enne aveva manomesso anche il suo profilo Whatsapp per accedere alle sue chat private. "Il mio ex fidanzato – spiegava la 56enne – usa un servizio che consente di leggere da un altro dispositivo tutti i messaggi da me inviati ad altre persone".
Per questo motivo chi indaga ha deciso di controllare i dispositivi dell'ex calciatore. Gli inquirenti sono a caccia di foto, screen e chat che possano attestare quanto già denunciato da Alessandra Matteuzzi prima di essere barbaramente uccisa davanti al portone del suo palazzo il 23 agosto scorso.