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Vi racconto chi era Sammy Basso: un ricercatore scientifico prima che un malato di progeria

Sammy Basso è morto da 36 ore, ma non l’abbiamo ricordato bene. Sammy Basso era un ricercatore scientifico, non “il più longevo malato di Progeria al mondo”. Io lo conobbi sei anni fa, a casa sua, e forse ha sempre avuto ragione lui: “Se non ci fosse il buio, noi non sapremmo cos’è la luce”.
A cura di Saverio Tommasi
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Sammy Basso
Sammy Basso

Sammy Basso è morto da 36 ore, ma non l'abbiamo ricordato bene. Io poi, non ho scritto niente. Però oggi batto i tasti per una questione a cui tengo e che ho capito da lui, sei anni fa, quando lo intervistai a casa sua: Sammy Basso era un ricercatore scientifico, prima che una persona con una malattia rarissima chiamata Progeria.

Sammy Basso era un biologo, non "il più longevo malato di Progeria al mondo". Quella era una sua caratteristica, ma neanche la più importante, come mi disse lui quel giorno.

Sammy Basso non si era costruito una carriera creando un'associazione, o sfruttando il suo corpo, ma era riuscito a far avanzare la ricerca scientifica in generale, e sulla Progeria in particolare, grazie anche al suo corpo: soprattutto il cervello.

Si dice sempre, o si dovrebbe dire, che una persona non è la propria malattia. E dovremmo dirlo perché è vero, ci mancherebbe altro. Nessun paziente è quel che ha, ma quel che è: semplice, lineare, da scriverlo sui muri e sui sassi. Poi, però, esistono delle persone come Sammy Basso che non fuggono dalla propria cartella clinica, e non stanno neanche ai lati della vita, ma dentro. E riescono a farsi riconoscere e apprezzare non "grazie alla propria malattia", ma neanche "nonostante quella". Semplicemente per quello che fanno: Sammy Basso ha portato avanti la ricerca scientifica con una passione che per una volta ha avuto lo stesso passo del successo. È stata una vita zeppa di vita, quella di Sammy Basso.

"La Progeria è una parte della mia vita", mi disse. "Ma una piccola parte, forse la meno rompi balle", disse sorridendo.

Toglietevi il pensiero di dosso: Sammy Basso non avrebbe voluto un'altra vita. Perché in un'altra vita non si sarebbe, forse, laureato con 110 e lode all'Università di Padova, con una tesi in inglese. E non avrebbe accumulato le esperienze e le storie che è riuscito a vivere nei suoi 28 anni. Già, ne aveva solo 28, Sammy Basso, quando ieri si è sentito male al ristorante, mentre era con i suoi amici, che per tutta la sua vita sono stati la sua fortuna e lui la loro.

Per dirla con le sue parole di fronte alla telecamera di Fanpage.it: "Io non cambierei niente della mia vita. Se dovessi rinascere, rinascerei con la Progeria. Perché io le mie esperienze le ho fatte in questa vita, ho conosciuto moltissime persone e culture diverse, e ho capito meglio la mia. Proprio grazie alla progeria sono diventato ricercatore".

Io metto sempre anche il cognome, quando scrivo il suo nome, perché pur avendolo conosciuto, poi essendoci reciprocamente sbirciati e guardati con curiosità per tanti aspetti, tante volte, non era un mio amico in senso stretto. E i necrologi sono brutti quasi tutti, ma quelli scritti senza il cognome, riducendo il morto a una bandierina, come l'amico prediletto che non era, sono i più brutti di tutti.

Sammy Basso, quando lo conobbi, indossò gli occhiali da extraterrestre e mi disse: "Ecco, vedi? Gli alieni esistono". E poi, ridendo, mi raccontò di quando in America un tizio per strada, durante Halloween, gli disse seriamente: "Beautiful mask!". E lui rispose: "È la mia faccia!"

Sammy rideva, e cercava di sfruttare il tempo nel miglior modo possibile: "Bevi un bicchiere di birra, mangi, giochi, ridi, scherzi, dici stupidaggini, io con i miei amici ne dico tantissime". E poi la grappa, perché "giustamente, sai, essendo veneto…".

Chiudo con le stesse parole che usò lui, perché per lui era importante e dunque per me è importante farlo perché per lui lo era. Mi disse così: "Se non dicessi che credo in Dio, è come se non avessi detto niente di me". E subito dopo, quando gli chiesi di raccontarmi la conciliazione fra uomo di fede e di scienza: "La mia vita è una bella vita, io la vedo come un dono. E conoscere il mondo nei suoi dettagli più piccoli, con la ricerca scientifica, è anche questo un modo per conoscere Dio. Paradossalmente, se non ci fosse il buio, noi non sapremmo cos'è la luce".

Grazie Sammy Basso, mi sa che avevi ragione anche quella volta.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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