Chiariamoci: Bruno Vespa non ha invitato semplicemente il figlio di Totò Riina, cosicché tutti possano cominciare con la solita tiritera delle colpe dei padri che ricadono sui figli: Giuseppe Riina è un mafioso. E chiariamo subito, per quelli che ci dicono che «sì è vero comunque ha già scontato la sua condanna» che Giuseppe Riina, non si è mai pentito, non ha mai mostrato segni di cedimento, non ha mai ammesso le proprie colpe.
E poi ancora: il giornalismo ha l'obbligo di ascoltare tutti. Balle: il servizio pubblico ha il dovere di concorrere alla costruzione di un paradigma culturale e non di rincorrere gli ascolti con tutti i mezzi. Se Giuseppe Riina è ospite della D'Urso il fatto rientra nella scelta editoriale e imprenditoriale di un soggetto privato ma Bruno Vespa non è il proprietario del proprio marchio, non è un ospite in Rai: Vespa è un giornalista che deve rispettare un patto etico che l'azienda Rai ha nei confronti dei suoi cittadini.
C'è di più: stiamo parlando dell'unto salotto che ha mentito sull'assoluzione mai avvenuta di Giulio Andreotti, stiamo parlando del salotto che ha spacciato Dell'Utri come bibliofilo perseguitato, stiamo parlando del salotto dove si sono consumate le bugie di un potere che con la mafia ha firmato patti, stretto accordi e acceso bombe.
Si può intervistare il figlio di Riina? Certo, mettendolo con le spalle al muro sui delitti compiuti da un padre che è stata la punta di diamante di quella "montagna di merda" (cit. Peppino Impastato) ma non gli si può concedere di pascolare sulle reti Rai facendo finta di niente: Riina non figlio di Totò Riina non esisterebbe, non avrebbe senso, nessuno gli avrebbe fatto scrivere un libro.
Quindi? Quindi condurre una trasmissione sulle reti del servizio pubblico pretende anche la responsabilità di avere una funziona "politica" come l'alfabetizzazione del fenomeno mafioso. E la mossa di invitare il figlio di Riina è un gesto che non aggiunge nulla alla crescita culturale del movimento antimafia. Bruno Vespa per l'ennesima volta è colpevole di favoreggiamento televisivo alla mafia e noi no, questo non lo possiamo sopportare.
Ah, ovvio: sempre che Vespa (servitore da sempre di potenti) oggi non ci stupisca con un'intervista col digrignar di denti. O no?