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Verona, pedofilo si finge ragazzina e spinge adolescente ad abusare del fratellino

L’adolescente originario della Lombardia è accusato di violenza sessuale su minore. Per lui è scattato un mandato di arresto europeo. Le indagini proseguono per capire se vi sono responsabilità della famiglia.
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Estradato in Italia un ragazzo minorenne lombardo accusato di aver abusato sessualmente del fratello più piccolo. Dietro i ripetuti episodi di violenza ci sarebbe la mano di un pedofilo ‘travestito' da fidanzata virtuale. Sulla testa del minorenne la Polizia aveva disposto un mandato di arresto europeo, poiché il ragazzo si era trasferito in Gran Bretagna con la famiglia. Un provvedimento eseguito alcuni mesi fa e richiesto dalla procura dei minori dopo le indagini compiute dalla polizia postale di Verona. Il giovane, così, è stato riportato in Italia confermando agli inquirenti che stanno seguendo il caso l'autenticità dei fatti. Il ragazzo è accusato di violenza sessuale su minore, atti sessuali con minore e divulgazione di materiale pedopornografico, il tutto aggravato dall'abuso di relazioni domestiche. La polizia sta cercando di capire se  il minore abbia inviato ad altri utenti i file pedopornografici e se vi siano responsabilità  da parte dei componenti della famiglia per le condotte di abuso.

La vicenda

Al centro dell'indagine un'amicizia nata su Facebook tra un adolescente lombardo e una ragazza avvenente di 17 anni, che lo aveva sedotto e convinto ad abusare sessualmente del fratello, di dieci anni più piccolo. Dietro quel profilo, però, si celava un 40enne della provincia di Como, già arrestato dalla polizia postale per detenzione di materiale pedopornografico e detenuto in una struttura carceraria.

Le indagini

La Polpost di Verona attraverso l'analisi dei dispositivi elettronici sequestrati all'uomo è riuscita a risalire alla triste vicenda dei due fratelli. Il 40enne si nascondeva dietro un falso profilo Facebook e attraverso le sembianze di una ragazza aveva intrapreso amicizie virtuali con minorenni, di sesso maschile. Una volta ottenuta in chat la fiducia degli adolescenti ne acquisiva i numeri di cellulare. L'attività d'indagine è stata condotta dalla polizia postale di Verona e Mantova, sotto la direzione del Compartimento di Venezia, e coordinate dal Servizio Polizia Postale delle Comunicazioni, con il supporto del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e della Polizia di Frontiera di Roma Fiumicino.

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