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Verona, guardia giurata estrae la pistola e la punta contro un picchetto di lavoratori in sciopero

Una guardia giurata ha estratto una pistola durante uno sciopero dei lavoratori davanti ai cancelli della MaxiDi di Verona. SI Cobas: “Il mondo della logistica è un far west”. PRC: “Indaghi la magistratura”.
A cura di Davide Falcioni
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Una guardia giurata impiegata in attività di sorveglianza alla MaxiDi di Belfiore (Verona) – storica azienda attiva nel settore della grande distribuzione con una rete commerciale composta da più di 675 punti vendita in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Valle d’Aosta – ha estratto una pistola durante uno sciopero dei lavoratori davanti ai cancelli della società.

Lo rivela in una nota il sindacato SI Cobas, secondo cui il guardiano "è prima uscito dalla sua postazione di vigilanza per dirigersi verso il presidio pacifico per provocare i lavoratori; poi non contento, ha svuotato una bottiglia d'acqua addosso ai lavoratori (da ore all'addiaccio con una temperatura prossima a zero gradi), nel tentativo di ottenere una reazione che ‘legittimasse' l'uso dell'arma da fuoco (…). Non essendo riuscito nel suo scopo, pochi secondi dopo  ha fatto nuovamente irruzione nel presidio puntando la pistola in faccia ad alcuni operai".

Perché stanno scioperando i lavoratori MaxiDi

Centinaia di lavoratori della MaxiDi di Belfiore, insieme ai colleghi di Vercelli, stanno lottando da mesi per ottenere condizioni di lavoro migliori. Le vertenze in particolare chiedono l'applicazione del CCNL Logistica con malattia e infortunio pagati al 100%, l’aumento del ticket restaurant a 8 Euro e il riconoscimento di un bonus economico nel periodo natalizio. Tutte misure volte ad accrescere i salari dei lavoratori in un periodo in cui l'inflazione sta incidendo fortemente sul costo della vita. La mobilitazione dei dipendenti Maxidi ha già causato gravi danni all'azienda.

SI Cobas: "Il mondo della logistica è un far west"

Spiega una nota del SI Cobas:

"Che il mondo della logistica sia un far-west nel quale vige la regola della giustizia sommaria contro i lavoratori che reclamano i loro diritti non lo scopriamo certo oggi: l'assassinio di Adil, gli innumerevoli pestaggi e agguati contro i lavoratori e gli attivisti del SI Cobas, tutti sistematicamente ignorati dalle Procure e dalle ‘forze dell'ordine' tanto solerti a reprimere gli scioperi, valgono come monito ad imperitura memoria per tutta la classe lavoratrice che non vuole ridursi a schiava e a bestia da soma del padrone. D'altra parte, è altrettanto evidente che l'arroganza e la sfacciataggine con la quale una guardia giurata punta un'arma in faccia a un lavoratore in sciopero, è il riflesso di un clima politico che alimenta negli apparati repressivi, sia pubblici che privati, una convinzione di onnipotenza e di totale impunità. Il nuovo decreto-sicurezza varato dal governo Meloni, che inasprisce le pene per chi lotta e amplia i poteri delle forze di polizia, attribuendogli il diritto di portare una seconda arma senza licenza quando non sono senza servizio, è esattamente funzionale a creare un clima di terrorismo (di stato e padronale) contro i proletari. Il SI Cobas, nel denunciare quest'ennesima e vergognosa pagina di violenza antioperaia, invita i lavoratori tutti a respingere queste provocazioni nell'unica maniera efficace: intensificando la lotta, la solidarietà e l'unità dei lavoratori contro padroni e governo".

Acerbo (PRC): "Le guardie private non vengano coinvolte in conflitti di lavoro"

Anche Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha solidarizzato con gli operai: "Condanniamo il fatto che guardie private, che dovrebbero svolgere funzioni di sicurezza rispetto a furti e altre fattispecie di reato, vengano coinvolte in conflitti di lavoro. È già accaduto diverse volte  nelle lotte della logistica negli ultimi anni con scontri anche duri. Finora non erano però mai state tirate fuori le pistole. Questo far west è inaccettabile. Purtroppo negli ultimi anni con i decreti sicurezza sono state criminalizzate le lotte sociali. Nell'esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori in lotta per l'applicazione del contratto nazionale invitiamo la magistratura ad accertare i fatti e intervenire".

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