Verona, Erika Boldi morta annegata, il barista: “Era con un’amica. Non si reggevano in piedi”
Erika Boldi è morta per annegamento. Lo ha stabilito l'autopsia eseguita sul corpo della 26enne mantovana, il cui cadavere era stato ripescato due giorni nel canale Tartaro, a Vigasio (Verona). Nei prossimi giorni si conosceranno i risultati delle analisi tossicologiche, ma al momento l'esame autoptico (oltre a smentire la prima ipotesi sull'eventualità che la giovane non fosse annegata) ha evidenziato che sul cadavere non ci sarebbero ferite o segni di violenza fisica.
E anche se c'è un fascicolo aperto della Procura di Verona per omicidio, le indagini dei Carabinieri sembrano sempre più avvalorare, dunque, una morte accidentale o la tesi del gesto estremo. Per quanto i residenti della zona abbiano riferito di aver udito un’auto avvicinarsi e ripartire a gran velocità nella notte tra sabato e domenica. Per questo motivo gli inquirenti stanno controllando i filmati delle videocamere dell'area per risalire a quel veicolo.
Il corpo della ragazza è stato trovato a circa 8 chilometri di distanza dall’argine del Tione. Addosso non aveva i vestiti, ritrovati sulle rive del fiume, nei pressi di via Messedaglia a circa 400 metri dall’ultimo locale di Villafranca in cui la giovane era stata pochi minuti.
L'ultima immagine del giovane è quella di una telecamera scattata poco dopo le 2 fuori da quell'enoteca. Quella sera Erika aveva fatto il giro di alcuni bar e locali della zona. "Era arrivata da noi che era quasi mezzanotte e mezza, l’ho detto anche ai carabinieri", racconta il gestore dell’ultimo locale in cui la 26enne era stata vista.
E a L'Arena aggiunge: "Era con un’amica. Erano molto alterate si vedeva da come si muovevano, quasi non stavano in piedi. Poi hanno litigato, guarda, saranno state qui cinque minuti in due, poi altri cinque minuti solo la sua amica, perchè la ragazza, che poi abbiamo saputo essere stata trovata morta, dopo la litigata era andata via subito".