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Verona, detenuto 56enne si toglie la vita nel carcere di Filippo Turetta: è il nono in Italia da inizio anno

Un detenuto di 56 anni si è tolto la vita nel penitenziario di Verona dove al momento è rinchiuso anche Filippo Turetta. Nella struttura carceraria si tratta del quarto suicidio in pochi mesi e del nono in Italia da inizio anno.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Un altro detenuto si è tolto la vita nel carcere di Verona, nello stesso carcere dove è attualmente recluso Filippo Turetta. L'uomo di origini siciliane aveva 56 anni e si trovava nella sezione riservata ai detenuti ritenuti colpevoli di reati a grande riprovazione sociale. Qui si troverebbe anche il 22enne accusato del femminicidio dell'ex fidanzata, Giulia Cecchettin, sequestrata e assassinata pochi giorni prima della discussione della sua tesi.

Secondo quanto reso noto dalla Uilpa Polizia penitenzia, si tratta del nono suicidio in carcere e del quarto nel penitenziario di Montorio in due mesi. A quest'ultimo episodio, è da aggiungere il gesto estremo di un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria.

"Un vero e proprio bollettino di sofferenza e morte – ha raccontato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria -. In relazione a quanto succede, non si vedono apprezzabili strategie in grado di invertire questo trend funesto. Lo stesso ministro della Giustizia Carlo Nordio, nella sua relazione sull'amministrazione della giustizia in Parlamento non ha saputo indicare la rotta, limitandosi a dire che bisogna prendere atto dei suicidi in carcere. Noi in verità dal ministro ci aspetteremmo, se non la soluzione, almeno indirizzi utili ad attenuare la carneficina in atto".

"Non c'è più tempo – ha continuato De Fazio al quotidiano Il Gazzettino – lo ripetiamo. Il ministro Nordio e il Governo Meloni prendano atto dell'emergenza in essere e intervengano subito con un decreto per le carceri, per potenziare gli organici di tutte le figure professionali, in primis della Polizia penitenziaria, mancanti di 18mila unità". De Fazio ha inoltre chiesto di deflazionare la densità detentiva, prossima al 130%. "Si può fare – ha spiegato – anche mediante una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati di mente e percorsi alternativi per chi soffre di dipendenza da sostanze stupefacenti. Il Parlamento approvi una legge delega per la riforma complessiva dell'apparato d'esecuzione penale, con la reingegnerizzazione del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e di quello della giustizia minorile e di comunità. Ogni ora che passa vanamente non fa altro che alimentare la tragica conta dei morti".

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