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Vercelli, uomo accusato abusi su minori. Ma per la polizia le vittime avevano “stile di vita dissoluto”

In un rapporto della polizia si afferma: “Dall’attività tecnica è emerso lo stile di vita dissoluto che tutte e tre le ragazze sono solite adottare, come assumere sostanze stupefacenti ed essere inclini ad avere rapporti intimi promiscui, tanto da ritenersi poco affidabili e con una percezione della loro sfera intima poco attenta, senza tenere conto della conseguenza delle loro azioni scellerate”.
A cura di Davide Falcioni
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Immagine di repertorio
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Un uomo di 35 anni, già denunciato per svariati casi di abusi su minorenni commessi negli anni scorsi, è indagato dalla Procura di Vercelli per violenza sessuale.  Secondo l'accusa avrebbe drogato e stuprato una ragazzina di 14 anni, minacciandola di diffondere sue foto intime. A segnalare la vicenda agli inquirenti sono state le amiche della vittima, tre adolescenti di 13 e 14 anni.

A lasciare sgomenti, tuttavia, non sono solo i fatti oggetto delle indagini ma anche una relazione della polizia che sembra scaricare le responsabilità non sullo stupratore, bensì sulle vittime: "Dall’attività tecnica è emerso lo stile di vita dissoluto che tutte e tre le ragazze sono solite adottare, come assumere sostanze stupefacenti ed essere inclini ad avere rapporti intimi promiscui, tanto da ritenersi poco affidabili e con una percezione della loro sfera intima poco attenta, senza tenere conto della conseguenza delle loro azioni scellerate".

Insomma, secondo gli estensori del rapporto di polizia – di cui ha dato conto il quotidiano La Stampa – gli atteggiamenti delle adolescenti avrebbero "agevolato" la commissione del reato. Eppure, stando a quanto emerso, l'uomo agirebbe con un modus operandi ben collaudato: contatterebbe le ragazze su TikTok e Instagram, oppure le aspetterebbe davanti alle scuole per poi offrire loro droga, alcol, cibo e soldi, chiedendo in seguito foto intime e ricattandole con quelle.

L’uomo andrà a processo a maggio 2025 solo grazie alla tenacia di una pm che ha riaperto i fascicoli archiviati. Tra questi, quello di una tredicenne abusata nel 2021: i professori avevano segnalato droghe e revenge porn, ma il caso fu chiuso perché la vittima, minacciata di morte, non denunciò.

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