Ventimiglia, sgomberato accampamento ‘no borders’: migranti tornano sugli scogli
UPDATE ore 18.00 – I migranti e i no border che si trovavano ai Balzi Rossi hanno lasciato la scogliera volontariamente grazie alla mediazione del vescovo e della polizia. I migranti saranno accompagnati al centro di prima assistenza e i no border in questura per l'identificazione.
È cominciato all’alba lo sgombero del campo ‘no borders’, al confine tra Ventimiglia e la Francia, autogestito da migranti e attivisti. Sul posto sono presenti le forze dell’ordine, Carabinieri e Polizia in tenuta antisommossa. Ma al momento, sebbene la tensione sia chiara, non ci sono stati scontri tra le forze dell’ordine, profughi e gli stessi ‘no borders’. Tuttavia, almeno una cinquantina tra migranti e attivisti, per evitare lo sgombero e l'arresto, sono fuggiti dalle tende del campo e si sono rifugiati sugli scogli, come già accaduto all’inizio dell’estate nei primi giorni della protesta. Intanto, il personale della nettezza urbana sta rimuovendo tende, masserizie e tutto quanto lasciato dai ‘no borders’. La zona è stata chiusa al transito che è stato dirottato dalla parte alta, Ponte San Luigi. Inoltre, nel corso della notte era stato sospeso anche il traffico ferroviario nella zona.
Ventimiglia, polemica tra sindaco e vescovo
Ad assistere all'operazione di smantellamento della tendopoli si è presentato anche il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano accompagnato da tutta l'amministrazione comunale cittadina. “Questa occupazione deve finire – aveva detto il primo cittadino nei giorni scorsi -. Queste persone hanno offeso la città, che ha vissuto tutto quel che è accaduto negli ultimi mesi con spirito di solidarietà, tolleranza, accoglienza. La risposta è stata quella di creare continui disagi”. Ioculano ha poi declinato l’invito del vescovo Antonio Suetta a riaprire il dialogo con i ‘no borders’ in occasione di un incontro organizzato dalla Caritas per questa sera. Lo stesso don Suetta era stato criticato per aver regalato duemila euro agli attivisti nel corso di un incontro chiesto dai giovani: “L’ho fatto per garantire ai migranti di mangiare”, ha reagito il sacerdote.