Ventenne salvo grazie a un defibrillatore grande come una saponetta: intervento innovativo a Torino
Un defibrillatore di ultima generazione per salvare un giovane di venti anni affetto da una malattia genetica rara. Un intervento innovativo – si tratta del primo di questo genere in Piemonte e tra i primi in Italia – è stato eseguito dalla Cardiologia dell'ospedale Mauriziano di Torino, diretta da Giuseppe Musumeci, con l'équipe elettrofisiologica, guidata da Stefano Grossi.
A ricevere il particolare defibrillatore extravascolare intratoracico un giovane cardiopatico di poco più di vent’anni affetto da una malattia che ha colpito l'attivazione elettrica del cuore. Una malattia che lo rende vulnerabile rispetto alla morte cardiaca improvvisa.
Il nuovo dispositivo extravascolare intratoracico utilizzato per il giovane è grande quanto una saponetta, viene impiantato sotto l'ascella e la sua parte attiva, l'elettrodo, viene posizionata sotto lo sterno, vicino al cuore. Ha dimensioni ridotte, dura a lungo (undici anni) e non necessita di erogare shock ad alta energia. Inoltre ha un minimo impatto estetico e non crea problemi nei movimenti.
Una serie di ragioni che hanno convinto i medici a utilizzarlo per il loro giovane paziente. A spiegarlo lo stesso Stefano Grossi: "Per tutte queste ragioni abbiamo scelto di impiantarlo in un paziente così giovane. – ha detto il medico -. Il ragazzo è già stato dimesso e in pochi giorni potrà tornare ad avere una vita normale, compreso lo svolgimento di una moderata attività fisica".
"Questo intervento innovativo – ha aggiunto il Direttore della Cardiologia Musumeci – fa parte di un programma assolutamente all'avanguardia, che vede il servizio di elettrofisiolgia della nostra divisione il primo in Italia tra gli ospedali pubblici e il terzo in assoluto per volume e qualità delle procedure ablative delle principali aritmie".